Timothy Powderly, responsabile di Apple per le questioni con il governo federale, ha risposto a Greg Walden, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato dell’Oregon e Presidente della Sottocomitato della Camera per l’energia e il commercio che poche settimane addietro aveva inviato una lettera ad Apple e Google con domande volte a capire in che modo queste aziende gestiscono dati come ad esempio i riferimenti alla geolocalizzazione.
Il messaggio – spiega AppleInsider – non fa esplicito riferimento a Facebook ma è evidente il riferimento al social come esempio di azienda con la quale si mette a confronto. “Crediamo che la privacy sia un diritto fondamentale e per questo progettiamo i nostri prodotti e servizi per ridurre al minimo la raccolta dei dati personali dei clienti”, si legge nella lettera. “Quando raccogliamo dati, lo facciamo in modo trasparente, facendo in modo di salvaguardare l’utente”. “Sfruttiamo meccanismo di elaborazione sul dispositivo per limitare la raccolta dei dati da parte di Apple”. “I clienti non sono per noi un prodotto e il nostro modello di business non dipende da ingenti raccolte di dati che consentono di estrapolare informazioni personali per arricchire profili di riferimento per le attività di pubblicità”.
La risposta è in linea con quanto dichiarato altre volte dal CEO Tim Cook, che in più occasioni ha sollecitato disposizioni legislative che impediscano l’uso delle informazioni messe insieme sugli utenti, applicate in vari modi a loro insaputa.
La lettera replica alle questioni del comitato che chiedeva di sapere come funzionano i servizi di localizzazione di Apple, le sue policy in materia di raccolta dati, e capire se, sfruttando Siri, era in qualche modo possibile fare un uso illegittimo del microfono.
Una missiva con richieste simili è stata indirizzata non solo al CEO di Apple Tim Cook ma anche a Larry Page (CEO di Alphabet). Nella lettera all’amministratore della public company statunitense cui fanno capo Google e altre sussidiarie, vi sono riferimenti alle modalità con le quali Android raccoglie i dati sulla localizzazione degli utenti chiedendo di sapere perché questi dati vengono memorizzati anche quando l’utente disabilita espressamente determinate funzionalità sui suoi dispositivi.
Il documento arriva a seguito delle preoccupazioni alimentate dallo scandalo di Cambridge Analytica e dall’introduzione nell’Ue della General Data Protection Regulation (Gdpr), il nuovo provvedimento volto a tutelare la privacy ed entrato in vigore il 25 maggio scorso. La risposta dettagliata di Apple a tutte le domande può essere visionata a questo indirizzo.