Mentre la Corea del Sud ha varato la prima legge al mondo sui pagamenti degli app store, Apple potrebbe dover affrontare un’altra indagine, questa volta in India, incentrata ancora su App Store e, più specificamente, sul sistema di acquisto in-app che l’azienda offre, e che le garantisce una commissione che varia dal 15% al 30% per tutti gli acquisti effettuati.
A riportarlo è direttamente Reuters, secondo cui la Competition Commission of India (CCI), che supervisiona i casi di possibili comportamenti anticoncorrenziali e antitrust, ne sta esaminando uno contro Apple presentato da un’associazione senza scopo di lucro del Paese. Il gruppo afferma, che la commissione standard del 30% di Apple per gli acquisti in-app “danneggia la concorrenza” poiché aumenta i costi, sia per lo sviluppatore, che per il cliente finale.
L’esistenza della commissione del 30% significa che alcuni sviluppatori di app non arriveranno mai sul mercato… Ciò potrebbe anche causare danni ai consumatori
Apple ha già affrontato innumerevoli casi simili in tutto il mondo, anche all’interno dell’Unione Europea, oltre che negli Stati Uniti. Nella sua fase attuale, il caso dei pagamenti in-app di Apple in India non è ancora allo stadio di un’indagine più approfondita, che non è stata avviata da parte del governo. Invece, Reuters afferma che il caso sarà esaminato dalla CCI nelle prossime settimane, e che probabilmente porterà a un’indagine ufficiale.
Il gruppo dietro l’istanza chiede ad Apple di consentire metodi di pagamento di terze parti, offrendo agli sviluppatori una scelta per aggirare la sua commissione. Il nuovo caso è stato segnalato poche ore dopo che Apple ha annunciato che, a partire dal prossimo anno, consentirà alle app reader di collegare gli utenti a siti Web esterni per gli acquisti.
Il nuovo cambio di politica è il secondo delle ultime settimane. La scorsa settimana, Apple ha concesso agli sviluppatori di inviare e-mail agli utenti sui metodi di pagamento disponibili al di fuori delle loro app. Tuttavia, le nuove modifiche non richiedono agli sviluppatori di utilizzare il sistema di acquisto in-app proprietario dell’azienda e consentono loro di aggiungere semplicemente un collegamento esterno a un sito web esterno per il pagamento.
Ricordiamo che la causa madre relativa alle commissioni del 30% e ai metodi di pagamento alternativi è quella che vede contrapporti Epic ad Apple. Il processo vero e proprio tra le due società è iniziato il 3 maggio. Già altri importanti protagonisti della scena hanno fatto le proprie mosse collaterali, tra queste Microsoft e Google. Tutti gli sviluppi della vicenda sono disponibili da questa pagina.