Nel 2012 Apple fu condannata a pagare 368 milioni di dollari: ora il caso Apple contro VirnetX non è ancora chiuso. In appello il patent troll ha rialzato la posta e ha richiesto non solo il pagamento di una tantum come ricompenso per i brevetti che Apple avrebbe violato, bensì il pagamento di una royalty annuale pari allo 0,98% di tutti i ricavi generati in USA dalla vendita di iPhone e iPad. Del caso Apple contro VirnetX abbiamo già parlato a novembre 2012 quando Apple fu condannata a pagare 368 milioni di dollari e anche a gennaio di quest’anno quando VirnetX ha accusato Apple di non aver apportato sufficienti modifiche a FaceTime, includendo così nella richiesta danni e rimborsi anche dispositivi più recenti come iPhone 5s e iPad Air.
Ricordiamo che la causa Apple contro VirnetX è iniziata con l’accusa del patent troll secondo cui Apple avrebbe violato brevetti depositati riguardanti i collegamenti VPN on demand nel proprio software FaceTime incluso non solo in iPhone e iPad ma anche nei Mac. Per cercare di risolvere la questione in aula Apple ha ingaggiato RPX, una società specializzata in processi basati su brevetti, un aggregatore spesso impiegato allo stesso scopo dai colossi ICT, secondo quanto riporta arstechnica. I giudici però hanno riconosciuto il legame tra Apple e RPX bloccando a quest’ultima qualsiasi possibilità di manovra in tribunale. Per tutte queste ragioni l’obiettivo del patent troll VirnetX sembra ora più a portata di mano: salvo nuovi capovolgimenti Cupertino potrebbe essere condannata a pagare quasi l’1% di tutti i ricavi generati dalle vendite di iPhone e iPad in Usa, per una somma che potrebbe arrivare a ben 340 milioni di dollari all’anno.