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Apple rimuove da App Store una app ispirata ai suicidi in Foxconn del 2010

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A pochissime ore dal rilascio ufficiale su App Store, Apple ha rimosso dal suo negozio di applicazioni online il software In A Permanent Save State, applicazione sviluppata da Benjamin Poynter, artista/sviluppatore specializzato in opere multimediali visionarie e sognanti, nonché orientate ad una poetica caratterizzata intorno alle caratteristiche dell’interattività digitale.

Nel gioco In A Permanent Save State, Poynter immagina la prosecuzione spirituale della vita i sette lavoratori migranti cinesi che hanno commesso suicidio per le insostenibili condizioni di lavoro, alludendo non troppo velatamente agli eventi reali successi presso le fabbriche Foxconn nel 2010, in relazione alle linee di montaggio dei gadget Apple.

Apple ha rimosso la app dopo circa un ora senza giustificare la sua decisione, ma alcune fonti vicine a The Verge sostengono che l’applicazione violerebbe le linee guida in relazione ai paragrafi facenti riferimento a “Contenuti discutibili” e rappresentazioni che “prendono di mira solo una determinata razza, cultura, un vero e proprio governo o società, o qualsiasi altra entità reale”.

Apple si è limitata a non commentare l’accaduto, ma il riferimento alle suddette linee guida sembra abbastanza vago e generico ed è più ragionevole pensare che Apple sia intervenuta per tentare di far terra bruciata intorno ad un prodotto che tratta argomenti particolarmente scottanti e per i quali l’azienda si trova spesso, giustamente o no, sulla graticola mediatica.

Sempre interrogato da The Verge, Poynter ha dichiarato che i suoi intenti sarebbero stati di partecipazione alla sofferenza delle vittime, non di provocazione: “Ho raccontato un po’ la situazione di questi giovani e lo stress provocato dal non vedere la fine delle cose; ho immaginato nella mia mente quello che avrebbero voluto vedere nell’eternità, come ne ho avuto visioni io personalmente.

Poynter ha infine dichiarato di essersi profondamente ispirato a Phone Story, applicazione sviluppata dall’italiano Paolo Pedercini, altra applicazione che criticava il mercato degli smartphone a livello etico, che subì la stessa sorte della app di Poynter, anch’essa rifiutata per via dei “contenuti discutibili”. Qui di seguito il trailer della app.

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