Apple può procedere nella causa legale contro un suo ex progettista di chip accusato di inadempienza contrattuale. Si tratta di Gerard Williams III, ex chip designer che ha collaborato alla progettazione dei chip che vanno dalla serie Apple A7 agli A12x e che, mentre lavorava per Apple, avrebbe “tramato” per creare una sua azienda specializzata in chip, Nuvia, insieme con altri due ex dirigenti di Apple.
Ad agosto dello scorso anno Apple ha citato in giudizio Gerard Williams III per violazione del contratto. Williams, capo progettista del team che ha creato chip per iPhone e iPad che vanno da Apple A7 all’A12X degli iPad Pro, prima di lasciare la Mela nel marzo del 2019, ha creato una sua azienda produttrice di chip, Nuvia, una startup nata con l’idea di progettare processori destinati a data center, con l’obiettivo di sfidare colossi del settore quali Intel e AMD.
L’ex progettista di chip di iPhone e iPad è stato citato in giudizio: secondo la multinazionale di Cupertino, con la creazione della sua nuova impresa, Williams ha infranto il contratto di lavoro che aveva sottoscritto con Apple. Il contratto in questione, a quanto pare, non consente di pianificare o svolgere qualsiasi attività “concorrente o in qualche modo in relazione con attività o prodotti di Apple”.
Williams sostiene che le disposizioni nell’accordo siano in conflitto con una legge della California, riferimento è a un patto di non concorrenza che – in termini generali – non è ammesso nel cosiddetto Golden State. Secondo i legali di Williams, il loro cliente aveva tutto il diritto di pianificare una nuova azienda e anche reclutare personale, mentre lavorava ancora per Apple.
Stando a quanto ad ogni modo riferisce Blooomberg, il giudice Mark Pierce della Corte Superiore della Contea di Santa Clara ha stabilito che la legge non consente ai dipendenti di «Pianificare e preparare un’impresa competitiva prima della conclusione del contratto se il dipendente lo fa o si occupa della cosa negli orari da dipendente e sfruttando risorse del datore di lavoro».
Il giudice ha anche respinto le argomentazioni di Williams secondo le quali Apple avrebbe invaso la sua privacy esaminando suoi messaggi di testo inviati a colleghi considerati elementi fondamentali nell’ambito della società. In uno dei messaggi Williams spiegava ai colleghi che Apple non avrebbe avuto altra scelta se non quella di acquisire la sua nuova azienda. Il giudice Pierce non ha accettato di escludere questi messaggi come prove nella causa. «Non vi sono prove nella denuncia che dimostrano che i messaggi di testo siano stati ottenuti intercettando o registrando comunicazioni riservate».
Il giudice ha concordato con Williams l’inesistenza di prove che dimostrerebbero il danno per Apple. Bloomberg riferisce che la sentenza preliminare sulle leggi della California non affronta nel merito le rivendicazioni di Apple, ma questa permetterà alla multinazionale di affrontare la causa in sede pre-dibattimentale se il giudice deciderà di renderla definitiva. Il legale di Williams, Claude Stern, ha già dichiarato che intende contestare le conclusioni del giudice in occasione dell’udienza di giovedì a San Jose. A suo dire, Williams non può essere citato in giudizio per avere semplicemente avviato una nuova impresa con l’idea partita mentre lavorava per Apple.
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