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Apple, tutti i problemi nello sviluppo del visore AR VR

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C’è più di un motivo se ancora non è in vendita nessun visore AR VR targato Apple: il progetto è iniziato nel 2015 ma è stato ripetutamente ostacolato da problemi gestionali, oltre che da vere e proprie sfide tecniche. D’altronde non è la prima volta che la multinazionale di Cupertino arriva dopo altri nel lancio del suo primo prodotto in una nuova categoria, ma fino ad oggi non ci sono stati grossi svantagg.

Per Apple il ritardo è generalmente stato ampiamente ripagato dalla qualità del prodotto, intesa sia come materiali e design, che come esperienza d’uso, ed è poi comunque riuscita a recuperare il terreno perso in poco tempo (in tal senso iPod, iPhone, iPad e Apple Watch sono gli esempi più eclatanti).

Secondo il lungo rapporto pubblicato da Wayne Ma sul The Information, Apple avrebbe affrontato diversi problemi, tra sfide tecniche e di leadership durante lo sviluppo del visore AR/VR di cui si parla ormai da troppo tempo e che, salvo ulteriori intoppi, dovrebbe essere annunciato entro la fine del 2023.

visore apple

Ad esempio dicono che il team che lavorava sul dispositivo e guidato dall’ex dirigente Dolby, Mike Rockwell, ha dovuto lottare strenuamente per ottenere aiuto da altri dipendenti dell’azienda. Si ritiene che una delle cause riguarderebbe il fatto che a metà del 2017 il team è stato spostato negli uffici di un edificio a Sunnyvale, in California, che si trova a diversi chilometri di distanza dal quartier generale di Apple, e ciò avrebbe contribuito «a preservare l’invisibilità del gruppo dal resto di Apple».

L’anno seguente uno dei membri del team di Rockwell chiese al reparto ingegneria hardware della fotocamera di Apple di aggiungere una funzione nel firmware che migliorasse la velocità delle fotocamere per far sì che quelle del visore potessero acquisire le immagini e riproiettarle più rapidamente sul display. Questo sarebbe servito per mostrare una qualche funzione associata tramite un prototipo per la demo dedicata ai primi 100 dipendenti Apple nota come T100. Ebbene, a quel dipendente fu risposto che il visore non era una priorità e che il suo team avrebbe dovuto attendere almeno fino al lancio dell’iPhone di allora, che era un XS.

visore apple

Il rapporto aggiunge anche che il team a un certo punto prese in considerazione l’idea di usare batterie sostituibili in modo tale che gli utenti potessero usare il visore anche per otto ore al giorno, ma alla fine questa opzione fu scartata per le complessità che poi ne sarebbero scaturite. A riguardo sappiamo che, secondo alcune voci in circolazione dallo scorso anno, questo visore usa una batteria che può durare «diverse ore, in linea con prodotti simili».

Si dice persino che l’amministratore delegato, Tim Cook, faccia visita «raramente» al team e che non si dimostri particolarmente attivo nel progetto. Persino Jony Ive, all’epoca Chief Design Officer, era abbastanza critico nei confronti del visore VR ritenendo che questi dispositivi mancavano di usi pratici e alienavano gli utenti dal resto del mondo. Da qui l’idea di convertirlo in un visore per la realtà aumentata e mista, combinando l’ambiente reale con la sovrapposizione di elementi digitali.

Secondo le anticipazioni il visore Apple potrebbe arrivare entro quest’anno o nel 2023.

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