Bloomberg fa eco alle preoccupazioni sulla dipendenza di Apple dalla Cina per quello che l’azienda definisce FATP: assemblaggio finale, test e packaging. Mark Gurman osserva che è stato Tim Cook a essere responsabile della decisione di utilizzare la Cina come hub di assemblaggio, ai tempi in cui era il direttore delle operazioni della società.
La stessa redazione ha affermato che l’avvertimento della società che il trimestre in corso potrebbe subire un contraccolpo da 4 miliardi di dollari a 8 miliardi di dollari è un’ulteriore prova della portata del problema, anche nell’immediato termine:
Ad Apple piace dire che la sua catena di approvvigionamento è globale e che non dipende eccessivamente dalla Cina. La realtà è che Apple dipende enormemente dal paese per la produzione e questa relazione ha causato mal di testa all’azienda, agli investitori e ai consumatori durante la pandemia.
Ciò è stato particolarmente evidente nella conferenza guadagni del secondo trimestre della scorsa settimana, quando Apple ha avvertito che la carenza di approvvigionamento, in gran parte dovuta ai blocchi da Covid-19 in Cina, avrebbe ridotto le vendite fino a 8 miliardi di dollari. È come perdere un intero quarto delle vendite di iPad
Gurman osserva che Cook è stato l’architetto di questo modello di assemblaggio con sede in Cina. Il vero collo di bottiglia nella produzione è il processo di assemblaggio, meglio conosciuto in Apple e nel campo manifatturiero conme FATP. La siglaè composta dalle iniziali di Final Assembly, Test and Packaging, quindi assemblaggio finale, test e imballaggio. La stragrande maggioranza dei dispositivi Apple passa attraverso questo processo in Cina.
È un modello a cui lo stesso Cook ha aperto la strada, centralizzando l’assemblaggio nel Paese del Dragone man mano che le componenti vengono spedite da tutto il mondo.
Mentre l‘interruzione legata al COVID-19 può essere un problema temporaneo, Gurman attraversa tutta una serie di problemi relativi alla Cina che l’azienda ha riscontrato nel corso degli anni e suggerisce che l’azienda dovrebbe spendere parte del suo vasto surplus di denaro per investire in un programma di diversificazione della produzione molto più veloce. Anche l’attuale panorama geopolitico, con la guerra in corso, potrebbe avere ripercussioni importanti sulla catena di produzione Apple.
Probabilmente la soluzione per ridurre la dipendenza di Apple dalla Cina sarebbe quella di cerare una nuova catena di assemblaggio molto più globale e fortemente automatizzata.