Bilancio e risultati Apple fanno invidia a qualsiasi settore ma gli analisti vogliono sempre di più e così arriva il suggerimento non richiesto: per risolvere tutti i suoi problemi, se così si possono definire, Cupertino dovrebbe lanciare Apple Prime, un abbonamento unico tutto incluso che permette agli utenti di avere hardware, dispositivi, software e servizi Apple tutto in uno.
Per Horace Dediu, analista di Asymco, il problema principale di Cupertino è che compete con Amazon e Google che attirano gli utenti nei propri ecosistemi dove abbondano hardware e dispositivi proposti a prezzi super abbordabili, per questa ragione servirebbe un Apple Prime. Il nome è di fantasia ma richiama subito in mente l’offerta Amazon Prime, tra i primi ad offrire prima un abbonamento per spese di spedizione gratuite lungo tutto l’arco dell’anno, poi negli anni gradualmente esteso per includere spazio sul cloud per le foto, Amazon Prime Video e molto altro ancora.
Dediu è uno degli osservatori Apple più originali e attenti in circolazione, sottovalutare le sue osservazioni sarebbe un errore. L’analista oltre a rilevare la competizione crescente con Amazon e Google, osserva che già da tempo la spesa media per utente per hardware e servizi Apple ammonta a circa un dollaro al giorno. Non solo: i risultati di bilancio Apple dipendono molto, troppo da iPhone che è un prodotto nella fase matura del suo ciclo vitale, così come lo sono gli smartphone che sempre più richiedono le percentuali dei mercati emergenti di Cina e India per mantenere gli elevati tassi di crescita richiesti da industria, mercato e borsa.
Le prestazioni Apple e il suo andamento in borsa sono strettamente legati al fatturato iPhone e alle unità vendute, il primo ancora in crescita grazie ai prezzi medi elevati, ma con un conteggio unità che da anni non registra più gli aumenti dell’era d’oro anzi, nell’ultimo bilancio sono calati ulteriormente.
Ebbene tutti questi “problemi” di Cupertino potrebbero essere risolti con abbonamenti tutto incluso stile Apple Prime. Per il momento la società di Tim Cook ne propone solo uno, esclusivamente dedicato a iPhone: si tratta di iPhone Upgrade Program che dietro un canone mensile permette all’utente di avere l’ultimo iPhone dei desideri con l’opzione di cambiarlo l’anno successivo, continuando a pagare lo stesso importo mensile.
Facile immaginare che i fedeli appassionati al marchio della Mela sarebbero interessati anche ad abbonamenti che includano un MacBook, spazio iCloud, Apple Music e magari anche il servizio di TV in streaming in cantiere in quel di Cupertino. La proposta potrebbe essere estesa con piani tutto incluso per un portatile o un desktop Mac, un iPhone e un iPad più servizi e software, copertura assicurativa contro i danni e così via.
Nelle conclusioni della sua proposta spiegate al Wall Street Journal, Dediu sostiene che con Apple Prime Cupertino potrebbe generare flussi consistenti di nuovi ricavi, risultando meno dipendente dal successo o meno delle novità hardware introdotte. L’unico particolare tralasciato purtroppo riguarda un aspetto delicato, come rileva AppleInsider: un abbonamento tutto incluso Apple Prime potrebbe sollevare l’attenzione delle autorità antitrust, per esempio nei confronti di servizi concorrenti come Spotify per la musica, Netflix per video e serie TV che rischierebbero di essere penalizzate dalla mega proposta di Cupertino.