Apple non ha violato cinque brevetti chiave di proprietà di Nokia. Un primo “gol” per Cupertino nella querelle che la oppone alla società di Espoo e al centro della quale, assieme ai brevetti, ci sono in discussione royalties per miliardi di dollari che secondo il numero uno dei cellulari al mondo la Mela dovrebbe versare sulla scorta delle vendite di iPhone e di altri prodotti, è arrivato nel corso della serata di oggi. A dare ragione ad Apple è stato un giudice della U.S. International Trade Commision, E. James Gildea che ha in esame la pesante accusa di Nokia.
La vicenda risale a diversi mesi fa ed è una delle più spinose controversie sul tavolo della tecnologia. Nokia, messa all’angolo da Apple sul mercato, aveva rovesciato contro la rivale una serie di azioni a carattere legale; una di queste riguarda la violazione di proprietà intellettuali in settori tecnologici fondamentali: batteria, videocamere, touch screen, messaggistica istantanea e altoparlanti. Apple, a sua volta, come quasi sempre accade, ha lanciato anch’essa un’azione legale contro Nokia con parallele accusa di violazione di brevetti di sua proprietà
In apertura parlavamo di primo “gol” ma non si può certamente parlare di vittoria. Il faccia a faccia che oppone l’azienda finlandese e quella californiana è intricatissimo e si compone di un vero e proprio puzzle legale con Nokia che ha presentato cause su più fronti e su più tecnologie (incluse alcune legale al wireless e alle connessioni radio sostenendo l’impossibilità di creare un telefono senza acquisire in licenza suoi brevetti) e sulle due sponde dell’Atlantico. Per altro sono in discussione non solo i prodotti mobili (iPhone, iPod touch e iPad) ma praticamente tutti i prodotti Apple, inclusi persino i MacPro.
Chi conosce il mondo della tecnologia sa bene che queste operazioni non sempre partono dall’effettiva constatazione di infrazioni di brevetti o proprietà intellettuali; spesso hanno ragioni strategiche e tattiche, servono a mettere in difficoltà gli avversari, ad impegnarli sul fronte legale e a costringerli a sedersi intorno ad un tavolo per discutere il modo di uscire rapidamente e senza impegnare risorse aziendali nell’esame di incartamenti e i manager in lunghi ed estenuanti interrogatori. Nel contesto di queste trattative vengono chiesti denaro o in alternativa, il diritto ad usare brevetti in cambio di altri brevetti ed è probabile che sia questo, più che il denaro ad interessare a Nokia.