Come facile immaginare, Apple è preoccupata per le conseguenze che deriveranno dal Digital Markets Act (DMA), la legge sui mercati digitali che dovrebbe “garantire mercati digitali equi e aperti”, stabilendo una serie di criteri oggettivi e molto precisi per definire le piattaforme online di grandi dimensioni che esercitano una funzione di controllo dell’accesso, quelli che la Commissione europea chiama i “gatekeeper”.
All’agenzia di stampa Agence France-Presse, un portavoce di Apple ha riferito che l’azienda è “preoccupata” per alcune disposizioni che, a suo modo di vedere “creeranno vulnerabilità e problematiche di privacy e sicurezza non necessarie per i nostri utenti, mentre altre “impediranno di farsi pagare per proprietà intellettuali nelle quali investiamo pesantemente”.
Ieri Parlamento e Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo sul testo con l’obiettivo di porre fine all’abuso di posizione dominante da parte dei grandi big del settore IT. Apple è nel mirino e i nuovi obblighi prevedono, tra le altre cose, sistemi di messaggistica interoperabili, l’obbligo di offrire sistemi di pagamento alternativi e l’apertura al sideloading (in altre parole, la possibilità per gli utenti di scaricare app anche da store di terze parti).
La dichiarazione del portavoce di Apple non sorprende ed è in linea con quanto più e più volte riferito in altre occasioni, spiegando che il sideload spalanca la porta al malware e mina la sicurezza dei dispositivi iOS, posizione contestata da Margrethe Vestager , la commissaria europea responsabile della concorrenza. Secondo vari osservatori l’argomento sicurezza è una scusa per Apple e il sideloading potrebbe essere implementato in modo intelligente senza danneggiare l’utente.
Non è solo Apple a sollevare dubbi sulle conseguenze del DMA: anche un portavoce di Google ha riferito all’AFP che l’azienda sostiene molti elementi insiti nel DMA sulla scelta e l’interoperabilità dei consumatori, ma Big G è preoccupata “per i potenziali rischi per l’innovazione e la varietà delle scelte offerte agli europei”. L’azienda di Mountain View ha ad ogni modo assicurato di voler collaborare con l’autorità di regolamentazione. Per quanto riguarda Meta (Facebook) e Amazon, queste non hanno al momento risposto alle richieste di commenti da parte AFP. Il testo deve ancora essere adottato ufficialmente dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Dovrebbe entrare in vigore intorno al 2023.