Un altro primato per Apple questa volta però negativo: secondo uno studio Cupertino è il più grande evasore di tasse in USA. La ricerca si focalizza sulla gestione di fatturato e guadagni tramite controllate in paradisi fiscali. Si calcola che Apple abbia generato profitti fuori dagli USA per 218,55 miliardi di dollari nel 2015 ma che, grazie alle tre sedi in Irlanda e a un complesso meccanismo di contabilizzazione, sia riuscita a risparmiare 65,08 miliardi di dollari di tasse in USA.
Ovviamente Apple non è una eccezione, anzi: lo stesso studio riportato dal DailyMail rivela che ben 3 società su 4 che rientrano nella classifica Fortune 500, quindi le multinazionali più grandi e più ricche al mondo, ricorrono al sistema delle controllate estere in paradisi fiscali per ridurre sensibilmente il carico fiscale in madrepatria e non solo. I guadagni complessivi che tutte queste società celano al fisco statunitense raggiungono la stratosferica somma di 2.420 miliardi di dollari. Da qui si stima che le tasse non riscosse dal fisco USA ammontano a 715,62 miliardi di dollari, senza contare però l’imposizione mancata in altri paesi in cui questi colossi operano.
Apple è prima seguita al secondo posto dal colosso farmaceutico Pfizer che gestisce una rete di 181 controllate estere per profitti pari a 192,57 miliardi di dollari. Tra gli evasori top nella classifica vengono citati anche Nike per 10,57 miliardi di dollari e Goldman Sachs per 27,9 miliardi di dollari. Ricordiamo che in Italia Apple ha già raggiunto un accordo con il fisco per tasse non versate nel nostro Paese, mentre l’Unione Europea ha comminato ad Apple una delle multe più alte di sempre per 13 miliardi di euro mentre Cupertino e Irlanda presenteranno ricorso. Secondo Citizen for Tax Justice e Institute on Taxation and Economy Policy, autori della ricerca, tutto questo è possibile perché il codice fiscale USA incentiva l’abuso dei paradisi fiscali e che l’unica soluzione è quella di chiudere le scappatoie legali.