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Apple Pay, un video dimostrativo ne chiarisce il funzionamento

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A chiarire il concetto di Apple Pay arriva un video registrato nelle scorse ore al Flint Center attraverso qualche esempio pratico. Nel filmato, che riportiamo in calce all’articolo, viene messa in luce la semplicità con cui un utente, grazie al proprio iPhone, può pagare un bene o un servizio scansionando la propria impronta digitale sul Touch ID dello smartphone.

Un metodo semplice, veloce ed estremamente affidabile, in quanto risulta essere più sicuro di una carta a banda magnetica. Queste ultime infatti utilizzano un metodo ormai ortodosso e facilmente attaccabile da malintenzionati: nel momento in cui viene strisciata la carta nel POS infatti, tutti i dati compresi nome e numero di carta vengono memorizzati nella memoria di questo dispositivo, inviati alla banca per la verifica fino al completamento della transazione. Dal momento che il numero della carta è unico ed immutabile chiunque più rubarvi la carta ed utilizzarla per fare acquisti e, prima ancora che ve ne accorgiate e blocchiate la carta telefonando alla vostra banca, potrebbe essere già troppo tardi.

Apple Pay invece, come già accennato in questo articolo, funziona in maniera molto simile a quello delle carte Chip e PIN che già conosciamo:  invece di condividere il numero della carta o il vostro nome con il negoziante, questo sistema genera un codice casuale composto da 16 cifre che potrà essere utilizzato per una sola transazione in quanto, confermato il pagamento, scadrà. Tutti i dati dell’utente quali nome, numero di carta e quant’altro vengono memorizzati all’interno del Secure Element, un chip che resta praticamente inaccessibile anche via software. Se un bravo informatico infatti riesce a controllare l’iPhone, non sarà comunque in grado di accedere ai dati contenuti in questo particolare componente. Allo stesso modo, se il dispositivo viene rubato, non sarà comunque possibile accedere fisicamente ai dati in quanto non appena verrà manomesso il chip in questione, diventerà inutilizzabile e tutti i dati in esso contenuti saranno automaticamente cancellati.

Apple pay video

La novità più importante è che i terminali abilitati a ricevere questo tipo di pagamento sono già disponibili all’interno di tantissimi negozi. Fin dal 2008 infatti i primi rivenditori cominciarono ad adottare dispositivi contactless per permettere ai clienti di pagare con carte con chip NFC che non hanno bisogno di essere strisciate (Whole Foods, McDonald, Subway e Sephora sono solo alcuni esempi): ciò significa che la diffusione di questo nuovo sistema di pagamento potrebbe avvenire più velocemente di quanto si possa sembrare, dato che moltissime aziende sono già predisposte ed abilitate a ricevere pagamenti tramite questo genere di sistema.

Come si evince dal video stesso, il funzionamento è più semplice di quanto possa sembrare: tutto quello che bisogna fare è avvicinare l’iPhone al terminale ed eseguire la scansione del proprio dito sul Touch ID previa selezione della carta dal quale prelevare i soldi (nel caso ne sia stata memorizzata più di una). Ecco però cosa accade in quel frangente: quando iPhone e terminale contactless entrano in contatto, quest’ultimo si collegherà ad esso grazie al chip NFC. A quel punto il sistema operativo richiederà di eseguire la scansione dell’impronta: nel preciso momento in cui appoggeremo il dito sul sensore, il telefono accederà al Secure Element e genererà un codice casuale a 16 cifre che in sostanza “imita” il reale numero di carta. L’informazione viene inviata al chip NFC, che a sua volta la invia al POS. A questo punto poi il pagamento termina come di consueto. Escluso il codice, nessuna delle informazioni relative a carta, nome utente, prodotto acquistato, cifra spesa e qualsiasi altro dato personale verrà memorizzata nei server dei rivenditori, così come in quelli Apple o nell’iPhone stesso.

Anche se per molti risulterà ovvio, Apple Pay non funziona con l’iPhone scarico: restare a corto di energia equivale ad essere usciti di casa senza portafoglio. Se viene perso il dispositivo, sarà sufficiente accedere ad iCloud.com per sospendere tutti i pagamenti con un click. L’ultima considerazione da fare è quella che riporta alla luce Cnet: nonostante sia un metodo sicuro, non è inviolabile. Con i giusti strumenti e tanta pazienza è possibile ricreare un modello in lattice con l’impronta del proprietario ed utilizzare il Touch ID con il dispositivo magari rubato. Anche se si tratta di un metodo applicabile da esperti e non di certo dal ladro comune, non è da certo da dimenticare: ad ogni modo basta associare al Touch ID l’impronta di un dito non dominante (anulare o mignolo) così da evitare di lasciare in giro impronte digitali utili per un futuro ed eventuale furto di smartphone.

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