Arriva in Italia Apple Pay, come macitynet.it aveva già anticipato. E funziona sulle carte di credito Visa e Mastercard emesse da alcuni istituti bancari convenzionati con Apple. In prima battuta come abbiamo detto sono Unicredit, Carrefour Banca e Boon. Tra poco tempo arriveranno però anche altre banche: Widiba, N26, Mediolanum Banca, HYPE, Fineco Bank, Expendia Smart, Carta BCC e, sembra, anche American Express, che fa parte di un circuito diverso con altre modalità e non ha bisogno di una banca di emissione. Tutte le carte American Express italiane quindi funzioneranno, se l’accordo verrà siglato.
Passiamo ai problemi. Apple Pay non è il primo né l’unico servizio di pagamento. Ci sono ad esempio anche i servizi di Google e Samsung che fanno concorrenza anche nel nostro paese oltre che nel resto del mondo.
Questo ha un impatto perché di solito gli istituti bancari stipulano contratti in esclusiva per avere altri vantaggi, come ad esempio migliori condizioni e commissioni. Questo fa parte del meccanismo di libera concorrenza ma ovviamente limita la scelta degli utenti. Vediamo quindi cosa sta succedendo con alcune delle altre banche.
Ad esempio, in Germania gli istituti bancari stanno ancora trattando con Apple e quindi difficilmente la filiale italiana di banche tedesche prenderà iniziative autonome (ad esempio: Deutsche Bank). Ancora, alcune banche invece hanno deciso di scommettere su Samsung Pay e si sta concentrando per adesso su questo, mentre Intesa San Paolo ha la sua Pay&Go e probabilmente per adesso rimane legato a quella, come Poste Italiane al suo sistema di pagamento PostePay.
Non si sa invece cosa stiano facendo altri gruppi bancari come Ubi Banca o BPM, anche se è possibile che stiano sviluppando altre strategie di pagamento. Ad esempio con tecnologie come quella di MyBank, marchio del gruppo interbancario Preta.
E arriviamo al pagamento, perché ci sono alcune cosa da dire anche qui. Come spiegato, Apple Pay utilizza le carte di credito di istituti convenzionati, li “incorpora” nei suoi apparecchi e li usa sia per i pagamenti su siti internet che in quelli contactless nei negozi fisici. Per fare questi ultimi pagamenti è necessario che il POS sia abilitato ai pagamenti contactless e non solo.
A differenza del sistema di Samsung, che con il chip NFC dei suoi telefoni simula perfettamente quello contenuto nelle carte di pagamento di prima generazione, a Macity risulta che Apple Pay utilizzi l’ultima versione dei protocolli che quindi prevederebbe un aggiornamento di firmware da parte dei POS già abilitati per il contactless. Un aggiornamento OTA per i POS connessi a linee veloci che avviene automaticamente ad esempio la notte, ma che per quelli connessi invece a linee “lente” (GPRS o telefonica tradizionale) richiede l’intervento dei tecnici.
Per la maggior parte dei fornitori di POS questo fa parte della manutenzione prevista dal contratto e quindi avviene in maniera trasparente e sistematica già da tempo. Potrebbe però spiegare, nei primi tempi di funzionamento di Apple Pay in Italia, l’eventuale non funzionamento di alcuni POS contactless.
Per restare sempre aggiornati e sapere tutto su Apple Pay vi rimandiamo alla nostra sezione dedicata su Macitynet e sulla guida ad Apple Pay in Italia.