Apple Pay, lo strumento di pagamento in mobilità di Apple che consente di effettuare pagamenti contactless utilizzando iPhone o Apple Watch in negozi fisici, è nel mirino degli investigatori antitrust dell’UE, i quali avrebbero chiesto alle aziende concorrenti che si occupano di pagamenti, feedback sul servizio in questione.
A riferirlo è il sito MLex, evidenziando il sempre maggiore interesse della Commissione europea verso i nuovi strumenti di pagamento. Da Bruxelles sono già partite indagini anche in merito a possibili pratiche anticoncorrenziali legate a Libra, la criptovaluta di Facebook che dovrebbe arrivare nel 2020.
Lo scorso anno Margrethe Vestager – numero uno dell’antitrust Ue, aveva riferito in un’intervista con Reuters di aver svolto un’analisi preliminare su Apple Pay concludendo che, almeno per il momento Apple non è un player dominante ma spiegando anche che “ciò non esclude che in futuro potremo tornare a studiare la questione più approfonditamente”.
I dubbi delle autorità europee hanno a che fare con la tecnologia NFC. Il sistema usato da Apple sfrutta automaticamente Apple Pay come sistema di pagamento di default, in qualche modo ostacolando l’accesso ai servizi di pagamento di altre aziende.
Per motivi di sicurezza, in passato Apple non permetteva a terzi di accedere a varie funzionalità NFC, invitando aziende di terze parti a usare metodi alternativi quali codici QR e altri sistemi ancora. Lo scorso anno Apple ha fatto pace con TWINT, un servizio di pagamenti digitale alternativo, promettendo la possibilità di bloccare il funzionamento automatico di Apple Pay in Svizzera in prossimità di registratori di cassa muniti di NFC, assicurando così il funzionamento dell’app creata da un gruppo di banche locali.
La Vestager lo scorso anno aveva aggiunto “Quando abbiamo valutato il servizio non abbiamo trovato elementi tali da giustificare l’avvio di un’inchiesta“. “Ovviamente, se ci fossero degli esposti formali ne terremmo subito conto perché l’intero mercato dei pagamenti è molto rilevante”.