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Apple Pay, in Cina lotta dura per Apple

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Con Apple Pay la Casa della Mela è partita alla grande negli Stati Uniti, ma il sistema di pagamento touchless deve ancora debuttare a livello internazionale e arrivare in paesi come la Cina non sarà facile giacché Apple deve combattere con la forte resistenza del mercato e dei servizi locali. Un funzionario della Banca Popolare Cinese, stando a quanto riporta MarketWatch, avrebbe confermato che “Apple è alla ricerca di Istituti finanziari con i quali cooperare” per l’introduzione di Apple Pay ma non avrebbe ancora firmato accordi concreti. Tra le battaglie da affrontare quella con UnionPay, l’unico emettitore di carte di credito/debito autorizzato nella Repubblica Popolare Cinese. Secondo fonti non meglio precisate, accordi che avrebbero dovuto essere siglati entro marzo, sono in fase di stallo.

Un protocollo d’intesa con UnionPay è fondamentale per Apple in Cina essendo, come già detto, l’unico operatore del paese autorizzato all’elaborazione dei pagamenti near-field communication (NFC), un colosso nei servizi interbancari con oltre tre miliardi di carte di credito nel suo circuito. A confondere le acque, esistenti meccanismi di pagamento NFC creati da China Mobile e China Unicom, collegati con UnionPay e che consentono già ai consumatori di eseguire acquisti.

A novembre dello scorso anno, sono circolate voci di accordi tra Apple e il colosso nel campo del commercio elettronico Alibaba per soluzioni di pagamento NFC in grado di integrarsi con l’esistente servizio Alipay ma vari ostacoli avrebbero poi impedito alla Mela di portare avanti l’iniziativa. Giacché UnionPay ha il monopolio sui pagamenti NFC, può decidere i tassi desiderati per i commercianti, ostacolando il legame Apple-Alipay che richiederebbe regole specifiche e costosi sistemi di pagamenti POS dedicati che non tutti i commercianti accetterebbero di installare. La piattaforma NFC usata da Apple negli iPhone 6, inoltre, potrebbe non essere conforme allo standard PBOC 3.0 richiesto nel paese. Il governo cinese avrebbe richiesto inoltre ad Apple di gestire tutti i dati concernenti i pagamenti esclusivamente in datacenter presenti nel paese. Infine, la percentuale sulle transizioni richiesta da Apple ai commercianti USA (0.15%) è ritenuta elevata per il mercato cinese.

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