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Trattative per portare Apple Pay in Regno Unito: le banche temono il potere di Cupertino

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Entro la metà del 2015 sarà possibile pagare con iPhone e il servizio Apple Pay anche in Regno Unito, almeno secondo il Telegraph. In base a quanto ha appreso il giornale, Apple proprio in questi giorni avrebbe già avviato le trattative con le principali banche UK. Il faccia a faccia sarebbe intenso, ma i colloqui risulterebbero più complessi del previsto anche per il timore degli istituti di credito circa un aumento consistente del potere di Apple in campo finanziario.

Le banche sono sospettose sul meccanismo di Apple Pay che, sulla carta, darebbe a Cupertino l’accesso a quantità consistenti di dati finanziari dei propri clienti, fornendole una potente leva di controllo su uno sterminato numero di potenziali clienti determinando, di contro, la perdita di controllo da parte delle banche stesse. In termini pratici il problema sarebbe lo stesso che si è posto qualche tempo fa, con il lancio dei servizi in abbonamento dei giornali su iTunes. Inizialmente Apple aveva richiesto di gestire interamente i dati, fornendo agli editori unicamente gli account cui concedere l’abbonamento; questo è stato respinto dai possibili partner di Apple, che temevano di dover per sempre gestire attraverso Apple tutto il loro sistema di abbonamento, senza più alcun riferimento diretto con le persone cui veniva fornito il servizio. Ora è possibile abbonarsi ai servizi di abbonamento su iTunes sia passando dal sito degli editori che da iTunes stesso.

I timori delle banche per Apple Pay ricordano anche quelli degli operatori telefonici all’inizio dell’era iPhone: lo smarpthone di Apple era desiderato dagli utenti e quindi gli operatori puntavano ad inserirlo senz’altro nei propri cataloghi prodotto, d’altra parte però il controllo completo di Cupertino su prezzo, configurazione e l’esclusione quasi completa del ruolo dell’operatore hanno confermato nel tempo un potere crescente per la Mela e un corrispettivo indebolimento del ruolo degli operatori.

Una situazione simile si è materializzata in tutta la sua portata sotto gli occhi delle case discografiche. Apple aveva ottenuto di stabilire prezzi e modalità di vendita della musica. In quegli anni Apple non pareva una minaccia, ma la capacità di affermarsi e di catturare l’attenzione dei clienti, fornendo un servizio semplice e diretto e una piattaforma hardware di grande qualità, hanno svuotato di potere i produttori, mettendo all’angolo loro e i musicisi che hanno perduto ogni controllo sulla situzazione, inclusi i prezzi e quindi i profitti, dando ad Apple potere di vita e di morte sul commercio della musica in digitale.

Apple PayApple Pay in USA è disponibile solo da ottobre ma i primi segnali indicano che si tratta di un grande successo, con incrementi sensibili di transazioni completate con questo sistema di pagamento per tutte le grandi catene che lo hanno adottato, questo anche se per il momento Apple Pay è limitato solo ad iPhone 6. La facilità d’uso estrema e l’integrazione con lo smartphone più desiderato del pianeta sono fattori che insieme al successo in USA spingeranno le banche verso l’adozione, così il lancio in Regno Unito sarà possibile solo quando sarà trovato un accordo soddisfacente tra Apple e gli istituti di credito UK.

In ogni caso il piano della Mela sembra quello di voler lanciare il servizio di pagamenti contactless per il momento possibile solo con iPhone 6, entro la prima metà del 2015, inizialmente nel Regno Unito, ovvero il paese dove nel rapporto tra ricchezza, sistema bancario e lingua, l’operazione si presenta come più semplice. Una volta esteso Apple Pay sul suolo di Sua Maestà, Apple potrà iniziare a lavorare per estenderlo anche nei principali paesi dell’Europa. La bilancia dei rapporti di forza potrebbe smuoversi ulteriormente a favore di Apple con il lancio di Apple Watch: atteso entro i primi mesi del 2015 lo smartwatch integra il chip NFC, rendendo così disponibile Apple Pay anche per gli iPhone precedenti compatibili, ampliando in modo consistente il numero di potenziali utenti.

Ricordiamo che segnali di espansione di Apple Pay nel Vecchio Continente (e non solo) erano già emersi poco prima di Natale: alcune ricerche di personale indicavano che Apple stava rafforzando il proprio team dedicato ad Apple Pay per assumere esperti legali per siglare accordi con le banche e anche per contratti di non divulgazione, questo per diverse aeree geografiche esplicitamente indicate negli annunci con la sigla EMEIA, acronimo inglese di Europe, Middle East, India e Africa.
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