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Apple è pronta a lanciare Apple Pay in nuovi paesi. Lo rivela il VP del servizio di pagamenti mobile Apple Jennifer Bailey in una intervista a TechCrunch, dalla quale emerge un accelerazione nell’espansione del servizio a Singapore, lanciato lo scorso mese e già supportato da cinque grandi banche che coprono l’80% delle carte di credito del paese.
Apple Pay, come sappiamo, è già disponibile negli Stati Uniti, in Canada, Regno Unito, Australia e Cina, ma la società sarebbe pronta a fare molto di più, estendendo la copertura del servizio in altri paesi di Asia ed Europa.
Lo scorso febbraio si parlava di Francia, Hong Kong e Brasile come prossime mete per l’espansione di Apple Pay, mentre proprio qualche settimana fa Tim Cook aveva fatto intendere che anche l’India era nel mirino della società in tal senso. Al momento non sono ancora state confermante queste intenzioni se non per Hong Kong, per la quale Bailey spiega che «attualmente stiamo discutendo con molti partner e banche per portare Apple Pay nel paese quanto più velocemente possibile».
Negli ultimi anni Apple ha dato prova di concentrare maggiormente gli sforzi per la propria espansione nei mercati asiatici per via del fatto che la Cina è il paese più popoloso del pianeta ed è un enorme mercato per la società. Sebbene non si possa dire lo stesso per Hong Kong e Singapore, Bailey ha fornito alcune indicazioni chiarendo cosa spingerebbe Apple nel dare priorità ad un paese piuttosto che ad un altro nell’espansione dei propri servizi.
«Teniamo conto di quanto siano diffusi i nostri prodotti nel paese, della diffusione delle carte di credito e di debito e l’attuale copertura dei pagamenti contactless». Per quanto riguarda quest’ultimo parametro, è interessante notare come Apple incida sul suo sviluppo visto che la diffusione dei pagamenti contactless negli Stati Uniti lo scorso anno era al 4% e, a distanza di un anno dal lancio di Apple Pay, la percentuale è lievitata al 20%.
Allo stato attuale, Apple Pay è supportato da 2.500 banche negli Stati Uniti (contro le sole 6 banche al lancio), mentre in Cina dal lancio di febbraio, il numero delle banche a supporto è passato da 12 a 19.
Nell’intervista non si fa alcun cenno all’Italia, ma ci sono buone speranze che il nostro sia uno dei prossimi paesi europei ad accogliere il nuovo servizio di pagamenti mobile della Mela. Sebbene siano ancora poche le infrastrutture che supportano i pagamenti contactless, l’interesse verso questa nuova tecnologia è molto alto. Nel 2013 questa tipologia di pagamento è passata da 2 a 6 milioni, ed in quell’anno si contavano circa 150.000 POS abilitati, ben cinque volte più dell’anno precedente (ad oggi sono più di 300.000).
Tra i vari circuiti finanziari va inoltre menzionato MasterCard, nel nostro paese leader nelle transazioni senza contatto, che si è posto l’obiettivo di rendere questo tipo di pagamento uno standard del settore entro il 2020. La transizione è cominciata a gennaio e prevede la sostituzione di tutti i vecchi POS con la nuova tecnologia entro quattro anni: a numeri, in Italia attualmente circolano 12 milioni di carte contactless, 4 milioni sono invece quelle del circuito Visa. I dati sono inferiori a quelli di altri paesi come Regno Unito e Francia oppure anche Spagna, ma il trend e l’attenzione del mercato per questa tipologia di pagamento è tra le più alte in assoluto e questo potrebbe spingere sia i gestori di carte di credito che Apple a scommettere su di noi. Almeno così si spera…