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Apple Passbook: secondo il WSJ una scelta di attesa per i pagamenti elettronici

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E’ ancora il Wall Street Journal a raccontare alcuni retroscena riguardo Passbook, l’applicazione dedicata ai pagamenti, disponibile dal prossimo iOS, con le relative decisioni assunte da Apple nei confronti del mercato dei pagamenti elettronici

Passbook, una funzione che dovrebbe servire a raccogliere scontrini, ricevute, biglietti elettronici, sarebbe nato sulla scorta della convinzione coltivata ai piani alti di Apple della necessità di creare una soluzione per poter mettere un piede nel settore ed offrire un servizio di portafoglio elettronico, simile al Google Wallet di Google o alla controparte Microsoft. Inizialmente la road map sarebbe stata molto più aggressiva: Cupertino avrebbe voluto integrare un vero e proprio servizio di pagamento digitale marchiato Apple, sfruttando così le oltre 400 milioni di carte di credito censite via iTunes, o comunque appoggiandosi a servizi esistenti, da integrare sugli iDevice.

L’idea però molto ambiziosa si sarebbe arenata da fronte di molteplici ostacoli, compresa la possibilità che la società dovesse diventare a tutti gli effetti una banca. Il progetto iniziò ad essere ridimensionato, con Apple più orientata ad un ruolo tecnologico, appoggiata quindi ad un partner che avrebbe fornito il servizio di pagamento elettronico, da cui la Mela avrebbe ottenuto una piccola percentuale della transazioni effettuate tramite i suoi dispositivi. Sarebbe stato possibile includere diverse opzioni, come ad esempio le offerte giornaliere a là Groupon, oltre ad una funzione di ottimizzazione dei pagamenti, che avrebbe suggerito all’utente quale metodo di pagamento sfruttare nella varie occasioni per ottenere lo sconto o l’offerta più conveniente.

Neppure questa proposta riuscì a convincere del tutto a fronte della necessità di creare spazio nei dispositivi Apple per il necessario hardware, con il chip e l’antenna NFC visti come scomodi “coinquilini” della batteria, che avrebbe dovuto necessariamente ridimensionarsi, mettendo così a rischio l’autonomia dei gadget, punto da sempre ritenuto importante per la Mela.

Inoltre altri dubbi furono sollevati dal punto di vista di marketing, con la paura che, nel caso in cui gli utenti avessero avuto problemi con i vari partner, avessero potuto incolpare la Mela per l’esperienza negativa, situazioni che avrebbero potuto avere un impatto negativo sul brand dell’azienda di Cupertino.

Di qui un ulteriore ridimensionamento e la scelta di optare per Passbook, un’applicazione che consente di raccogliere ma solo fisicamente, offerte, dettagli di pagamento, ticket e biglietti, ma che al momento non è abilitata ad effettuare pagamenti diretti.

In questo caso Apple ha dunque preferito scegliere una strategia di attesa, osservando la futura evoluzione del mercato dei pagamenti elettronici per poi decidere la sua mossa in seguito. Decisione che rientra pienamente nella storia dell’azienda, che in molti casi si è ritrovata a seguire e non a condurre, cercando però di migliorare l’esperienza dell’utente. Potrebbe essere così anche di fronte ai pagamenti elettronici che, lo ricordiamo nel 2016 dovrebbero raggiungere il valore di 600 miliardi di dollari. Una cifra che nessuno tra  i protagonisti del settore è in grado di ignorare.

Fonte: Wall Street Journal

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