Solo negli Stati Uniti, Apple è direttamente e indirettamente responsabile della creazione di 2,4 milioni di posti di lavoro. È quanto comunicato da Apple nella sezione newsroom del suo sito, spiegando di avere speso 60 miliari di dollari presso 9000 fornitori statunitensi, che rappresentano 450.000 posti di lavoro, rispettando la tabella di marcia svelata a gennaio dello scorso anno che prevede 350 miliardi di dollari di investimenti nell’economia USA entro il 2023.
Come detto, nel complesso Apple è responsabile di 2,4 milioni di posti di lavoro. Sono 1,9 milioni gli sviluppatori e, più in generale, le persone legate al settore delle app e dei servizi a queste associate, in aumento di oltre 325,000 unità nel corso degli ultimi due anni e mezzo, ma anche quelle che creano componenti per conto di Apple come Maccor (testing batterie) e Broadcom (seminconduttori e circuiti integrati usati nelle telecomunicazioni).
Tra le aziende con le quali lavora Apple negli USA ci sono: la texana Finisar, che ha ottenuto 390 milioni di dollari dall’Advanced Manufacturing Fund della Mela che sulla buona strada dei 500 dipendenti a tempo pieno. Finisar comincerà a breve a fornire il VCSEL (Vertical Cavity Surface Emitting) usato per la gestione dei Face ID.
Apple stessa impiega 90,000 persone in 50 Stati e afferma di essere sulla buona strada per creare 20,000 nuovi posti di lavoro negli USA entro il 2023, dipendenti che lavoreranno nei nuovi campus di Seattle e San Diego.
La comunicazione di Apple non arriva casualmente. Finora i dazi introdotti dall’amministrazione Trump non hanno colpito prodotti e dispositivi di Cupertino, ma scatterano a settembre colpendo diversi prodotti di punta della Mela. Trump fa pressione su Apple affinché produca i suoi prodotti negli USA e Apple ricorda che l’azienda ha già – direttamente e indirettamente – milioni di dipendenti che lavorano per lei negli USA.