Che si tratti del capofamiglia o di un amministratore delegato, quando arriva l’anno nuovo ogni organizzazione grande o piccola, casa o multinazionale, pianifica quel che dovrà accadere nei prossimi dodici mesi. L’esercizio di previsione è fondamentale, ancora di più in periodo di grande incertezza geopolitica come quello attuale, con due guerre in corso e tensioni internazionali molto elevate (dall’elezione del presidente degli Usa alle ambizioni cinesi).
Nel caso di Apple immaginare quello che c’è sulla scrivania di Tim Cook è ovviamente impossibile. Ma molti dossier li conosciamo. Riguardano strategie, prodotti, alleanze. Andiamo a vedere cosa succede.
Nuovi manager ai vertici
L’azienda da alcuni anni sta assistendo a un ricambio di manager importante. Molte “vecchie guardie” se ne vanno e sicuramente nel corso del 2024 Tim Cook dovrà consolidare il pacchetto di vertice del management, più portare dentro alcune competenze nuove. Progettazione, design, gestione dei servizi e dei negozi: sono tantissime le aree che impattano direttamente sull’andamento dell’azienda e certamente ci sono altre figure professionali che da fuori non si vedono ma che nel corso del 2024 cambieranno casacca. Speriamo le scelte siano azzeccate e si tratti di persone valide, sia che vengano promosse internamente sia che arrivino da fuori.
La fuga dalla Cina
Non è un mistero che la Cina sia diventata in parte un problema per via delle tensioni nazionalistiche e il conflitto commerciale con gli Usa. Apple assembla la maggior parte dei suoi dispositivi in quel paese (così come la maggior parte delle multinazionali del settore tech e non solo) grazie ai servizi soprattutto del suo partner di riferimento, la taiwanese Foxconn. L’obiettivo esplicito di Tim Cook, che conosce molto bene la Cina perché ne ha gestito le relazioni anche durante l’era di Steve Jobs, è di allentare la pressione. Si sono aperte fabbriche di terzisti in Brasile, in India e in altre parti del mondo. Idealmente, Apple in futuro potrebbe non avere più niente a che fare con la Cina o quasi. Anche se non è probabile perché il Paese è anche uno dei suoi principali clienti al mondo e andarsene provocherebbe delle reazioni economiche.
La fuga da Taiwan
L’isola al largo delle coste cinesi è un obiettivo strategico di Pechino. Il vertice della Cina vorrebbe riacquistare il controllo dell’isola, che considera sua proprietà e che non riconosce il governo di Taipei, mentre Taiwan cerca ovviamente di sopravvivere così com’è. Al di là della disputa geopolitica regionale, il tema per tutto il mondo occidentale, a partire da Apple, è che a Taiwan ha sede e ha le sue fabbriche il colosso dei microchip Tsmc. La produzione di tutti gli Apple Silicon avviene là e se la Cina dovesse invadere Taiwan e nazionalizzare Tsmc sarebbe un vero problema. Per questo da tempo Tsmc sta spostando fabbriche in altri paesi, ma il problema è ben lontano dall’essere risolto.
La fine del Lightning negli accessori
Ultimo aspetto che riguarda organizzazione e produzione di Apple è la fine del Lightning. La presa proprietaria di Apple nata per gli iPhone non è più utilizzata sui telefoni dell’azienda dal modello iPhone 15 e neanche sui nuovi iPad da un paio di anni. Tutto a posto? No, il problema di fondo rimane: moltissimi accessori ancora la usano. Quindi chi ha tastiere, trackpad, mouse, AirPods normali, 2, Pro e Max più qualche altro accessorio deve per forza utilizzare un cavetto Lightning per caricare i propri dispositivi. Apple ha accelerato i tempi della migrazione con l’ordine della Ue di mettere la Usb-C all’iPhone ma evidentemente non aveva ancora cambiato la linea di produzione degli altri accessori. Nel 2024 lo dovrebbe fare.
L’arrivo di Vision Pro
La grande opportunità di Apple per tornare a essere una azienda di grande capacità innovativa (ricordate l’emozione dei keynote di Steve Jobs, le “one more thing” e il fiume in piena di dispositivi rivoluzionari?) e di Tim Cook di accreditarsi come leader di grande visione tecnologica oltre che di business passa attraverso il successo di Apple Vision. La prima incarnazione, Apple Vision Pro, è stata presentata sei mesi fa e a gennaio-febbraio dovrebbe essere commercializzata negli Usa. Nel corso dell’anno dovrebbe arrivare anche la versione non pro (a prezzo più basso e con meno funzionalità) per finire con una versione Vision Pro 2 nel 2025. Chi ha visto e toccato e provato Vision Pro ne dice meraviglie. La prova del nove però la darà il mercato, cioè le prossime settimane.
La grande razionalizzazione degli iPad
Non è un mistero che parte del successo di Apple derivi dal grande lavoro di razionalizzazione delle linee dei prodotti dell’azienda. La matrice 4×4 di Steve Jobs nel 1997 (due Mac consumer, due Mac professionali, con rispettivamente un fisso e un portatile) è stata un fattore di successo pari a quello dell’innovatività dei prodotti stessi. Adesso però la linea degli iPad, che hanno ragione di esistere come prodotti alternativi a Mac e iPhone e che sono ben lontani dall’essere trascurati da Apple, è diventata un po’ affollata e confusa. È il momento di dare una buona sforbiciata alle differenti varianti e tornare alla chiarezza e al nitore precedenti. IL 2024 sarò quell’anno?
I nuovi Watch
L’Apple Watch compie gli anni in cifra tonda, ben dieci, e, come sappiamo dalle indiscrezioni, nel 2024 sta per arrivare una versione diversa da quelle precedenti. Tuttavia la versione 9 (e Ultra 2) è stata colpita da una disputa di copyright con Masimo, azienda produttrice di strumenti per la medicina, e ritirata dal commercio negli Usa. Un fatto inedito per quanto riguarda Apple, a memoria di cronista, e che getta un’ombra anche sulla prossima generazione di Apple Watch. Come saranno? Quali caratteristiche avranno? Quali problemi di tipo regolamentare e di copyright potrebbero incontrare?
I nuovi servizi
Apple sta guadagnando sempre di più dai suoi servizi. Il portafoglio dell’azienda è molto ampio e ben strutturato. Attualmente è una riserva davvero importante sia di cassa che di soddisfazione dei clienti. Il 2024 dovrebbe essere l’anno in cui Apple, introducendo nuovi dispositivi rivoluzionari come Vision Pro, getta le fondamenta per una nuova generazione di servizi ancora più organici e organizzati. E dovrebbe (forse) arrivare anche tanta intelligenza artificiale integrata, per recuperare lo stacco improvviso e impetuoso di Google e Microsoft in questo settore (grazie soprattutto a ChatGPT).
Le regolamentazioni internazionali
Il clima è cambiato. Nel mondo da un lato gli antitrust e dall’altro chi si occupa di standard, copyright e regolamentazione dei mercati stanno di nuovo assumendo un atteggiamento fortemente critico nei confronti delle grandi multinazionali. Dalle tasse che devono essere pagate (Facebook/Meta, Booking, AirBnB e tanti altri) ai dinieghi di autorizzazione per fusioni e acquisizioni. Apple è un’azienda di proporzioni gigantesche che primeggia in molti mercati. Essere più bravi degli altri non è vietato, sui mercati, anche se può portare a cozzare contro i limiti dell’esercizio del potere di un’azienda che ha il monopolio in uno specifico settore. L’obiettivo dei regolatori è fare in modo che i mercati rimangano aperti, il 2024 probabilmente vedrà nuove azioni in questo senso.
One More Thing
È da tanto tempo che non c’è più la frase di Steve Jobs, studiata ad arte, spesa quasi buttandola via alla fine dei suoi keynote e dando spazio invece alle novità più salienti. Il MacBook Air, che a suo tempo ha rivoluzionato il mondo dei computer portatili rendendoli tutti ultrasottili (prima erano dei ferri da stiro insopportabili) è stato annunciato così, ad esempio. E adesso? Forse nel 2024 tornerà questa strategia retorica di Apple? O forse, lo auspichiamo noi, arriveranno come un tempo tanti prodotti di sostanza e innovativi?