Apple ha intentato una causa contro Corellium, un’azienda specializzata in tecnologie di virtualizzazione mobile che supporta anche iOS. Corellium descrive la sua piattaforma come “la prima e l’unica” in grado di offrire la virtualizzazione di iOS, Android e Linux su ARM.
Nella causa legale, presentata nel distretto sud della Florida, Apple accusa Corellium di violazione del copyright per avere illegalmente replicato il sistema operativo e applicazioni che funzionano su iPhone e su iPad.
«L’attività di Corellium si basa interamente sulla commercializzazione di una replica illegale del sistema operativo protetto da copyright e su applicazioni che funzionano sugli iPhone, iPad e altri dispositivi di Apple», si legge nei documenti presentati in tribunale. «Il prodotto che Corellium offre è una versione “virtuale” dei prodotti hardware mobile di Apple, accessibili da chiunque con un browser web».
«In particolare, Corellium, propone ad acquirenti in buona fede ciò che è descritto come un perfetto facsimile digitale di un’ampia gamma di dispositivi leader di mercato di Apple, ricreando con meticolosa attenzione dei dettagli, non solo il modo in cui il sistema operativo e le applicazioni appaiono visivamente, ma anche il sottostante codice informatico. Corellium fa questo senza nessuna licenza o permesso da parte di Apple».
Secondo Cupertino, la virtualizzazione di iOS offerta da Corellium, viola il copyright di Apple. “Corellium ha semplicemente copiato qualsiasi cosa: codice, interfaccia grafica e icone – tutto quanto questo, in ogni minimo dettaglio”.
Corellium vende prodotti che consentono agli utenti di creare istanze virtuali di qualsiasi dispositivo iOS, offrendo repliche digitali di iOS, iTunes ed elementi di interfaccia utente dei dispositivi Apple, disponibili su una piattaforma web. Nel corso dell’ultima conferenza Black Hat dedicata alla sicurezza, Corellium ha affermato che sui prodotti di Apple offerti come virtualizzati gira una copia esatta di iOS, permettendo a hacker e ricercatori di testare e individuare anche vulnerabilità.
Chris Wade, co-fondatore di Corellium, a marzo di quest’anno aveva dichiarato di essere riuscito a mettere le mani sui dispositivi “dev-fused”, iPhone ricercatissimi sul mercato nero per un motivo semplice: consentono di studiare il funzionamento interno di iOS e individuare falle che altrimenti non sarebbe possibile scovare. Le dichiarazioni fatte nel corso della conferenza Black Hat, incoraggiando la scoperta di vulnerabilità con un sistema poco legale, non sono piaciute ad Apple secondo la quale, Corelliu, potrebbe trarre profitti anche nell’ambito della vendita di vulnerabilità con un sistema “palesamene illegale”.
Apple cercherà di ottenere un’ingiunzione permanente, al fine di impedire a Corellium di offrire prodotti che replicano iOS. Cupertino pretende anche la distruzione di tutti i materiali che costituiscono la violazione, il pagamento per danni, perdita di profitti e spese legali.