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“Apple non vuole innovare? Consenta a terzi di produrre cloni Mac”, appello di 9to5Mac

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Il sito 9to5Mac si chiede se è arrivato il momento di rispolverare i cloni Mac, i computer compatibili con il sistema operativo della Mela che si erano visti nell’era di Michael Spindler (CEO di Apple dal 1993 al 1996).

Gli annunci di Apple relativamente a nuove macchine tardano ad arrivare; quelle che sono arrivate (i MacBook Pro) non convincono tutti e il sito, solitamente moderato e schierato dalla parte di Apple, dice che, giacché Apple nicchia nell’innovare, presentando ancora a tutt’oggi macchine desktop sulla carta indietro rispetto ai concorrenti, forse sarebbe il caso di consentire ad altri di produrre i computer. A Tim Cook e amministratori vari di Apple l’idea probabilmente non piacerà, ma non sarebbe forse da sottovalutare: lasciare la produzione di all-on-one e portatili – che così tanto piacciono a Cupertino – in casa e il resto (macchine come i Mac Mini e i Mac Pro) ai produttori di cloni.

Il Mac Pro non è rinnovato da 1064 giorni; il Mac mini sembra ormai un prodotto abbandonato a se stesso (non aggiornato da 763 giorni). I concorrenti non dormono e mostrano che molto ci sarebbe da fare. HP, ad esempio, ha recentemente presentato una mini workstation che ricorda il piccolo di casa Apple ma configurabile con un processore Intel Xeon (il produttore non specifica quale), grafica NVIDIA (può essere configurato con una GPU Quadro Pro) e unità SSD fino a 1.5TB di storage, una macchina che probabilmente potrebbe in alcuni ambiti dare filo di torcere anche al Mac Pro.

Apple non farà probabilmente mai quello che chiede 9to5Mac ma il consiglio del sito non è così folle come appare e consentirebbe di controllare il mercato Hackintosh recuperando in parte le perdite dalle mancate vendite di prodotti.

Dopo avere concesso a terzi (incluse aziende italiane) la possibilità di vendere Mac compatibili, nel 1997 con il ritorno di Steve Jobs in azienda Apple furono sospese le licenze acquistando aziende produttrici di cloni (PowerComputing) e annullando accordi con venditori (es. UMAX) che avevano creato un mercato parallelo a quello di Apple, spesso proponendo soluzioni valide e migliori. I produttori di cloni da una parte avevano contribuito a diffondere la piattaforma erodendo però allo stesso tempo le quote di mercato della Mela, una mossa che in pratica fini per rilevarsi errata, un po’ come tirarsi la zappa sui piedi. Il mondo è ad ogni modo cambiato, Apple è cambiata e non è da escludere che un giorno possa consentire a terzi di produrre Mac “compatibili”.

z2biges

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