Apple non detiene più alcun diritto sul marchio “Newton”, l’azienda di Cupertino non ha più rinnovato il trademark del PDA lanciato venti anni addietro, antesignano di tanti PDA e smartphone. Nato ventun anni addietro, il Newton, è stato un dispositivo sfortunato nel quale però, come abbiamo già altre volte avuto modo di dire, erano presenti i semi germogliati in epoche più recenti con i dispositivi iOS. Il prodotto vantava il riconoscimento della scrittura, il riconoscimento vocale (in inglese) e applicazioni per la navigazione su internet. Nella mente dei progettisti il Newton avrebbe dovuto cambiare per sempre il volto di Apple, così come anni prima aveva fatto il Mac nel mondo dei computer. Una divisione dedicata lavorò per due anni in gran segreto nei campus di Cupertino. Il Newton fu pronto per la commercializzazione nell’estate del 1993, in tempo per il MacWorld estivo di Boston e con un prezzo stabilito di 699$. Il primo modello pesava 400 grammi, vantava un processore ARM da 20Mhz, 640K di memoria RAM, porte LocalTalk, display monocromatico con risoluzione di 336×240 pixel, alimentazione a batterie ricaricabili.
Il riconoscimento della scrittura si rivelò il maggiore punto debole del dispositivo e nonostante vari miglioramenti con le versioni successive (MessagePad 120, Newton 2.0, MessagePad 130, eMate 300, MessagePad 2000 e Newton 2.1) il sistema non funzionò mai adeguatamente tanto che Apple a un certo punto cercò di vendere tutto (senza successo) all’allora divisione Palm di 3Com. Cinque anni di sviluppo e 500 milioni di dollari spesi in ricerca, infatti, non furono sufficienti e una delle prime cose che fece Steve Jobs nel 1998 (richiamato nel frattempo come “consulente” in Apple) fu sbarazzarsene. Newton rimane il precursore di tanti palmari nati dopo, e ovviamente anche dell’iPhone, dell’iPad e di tanti smartphone odierni. Un prodotto troppo avanti sui tempi, tanto che alcune caratteristiche ancora oggi non sono presenti in molti dispositivi mobili avanzati.
[A cura di Mauro Notarianni]