La Corte d’Appello per il 2° Circuito a New York ha stabilito che il giudice del tribunale di grado inferiore non ha abusato del suo potere discrezionale nel respingere il tentativo di Apple di rimuovere Michael Bromwich quale controllore sebbene alcune asserzioni della società contro di lui sono inducono a una pausa di riflessione.
Michael Bromwich è stato assegnato da disposizioni emesse nel 2013 dal giudice distrettuale Denise Cote. Secondo la Casa di Cupertino Bromwich “sta conducendo un’itinerante inchiesta che interferisce con le operazioni commerciali di Apple, rischiando la divulgazione al pubblico di informazioni riservate e confidenziali, imponendo sostanziali e crescenti costi che Apple non sarà mai in grado di recuperare”, anche se vince l’appello. Secondo Apple il monitoraggio così come interpretato e attuato da Bromwich è incostituzionale.
Bromwich avrebbe dovuto occuparsi di verificare la conformità dell’operato e suggerire eventuali azioni formative in materia antirust, ma secondo vari osservatori si sarebbe trasformato in una sorta d’inquisitore che ha voluto indagare a tutto campo sugli affari di Apple, inclusi settori quali Siri, Mappe, i gruppi che si occupano di progettazione hardware: elementi del tutto estranei al caso e-books.
Come abbiamo spiegato altre volte, la vicenda nasce dopo che Apple era stata giudicata colpevole di avere tramato per alzare il prezzo dei libri elettronici, operando per colpire la rivale Amazon. La multinazionale della Mela afferma che non vi è stata alcuna cospirazione sul prezzo degli e-book e aveva contestato le disposizioni emesse dal giudice distrettuale Denise Cote, negando le accuse di aver incoraggiato le case editrici a stabilire un prezzo-base collettivo per gli ebook. All’epoca i publisher erano per lo più legati ad Amazon, che ha spesso venduto libri in perdita al fine di sostenere il business Kindle. Apple ha sempre insistito che le accuse erano prive di fondamento, continuando a mantenere questa posizione anche quando suoi partner editoriali avevano preferito stabilire accordi extra-giudiziari con il governo.