Se avete intenzione di sviluppare un’applicazione che trasformi Apple Watch in una macchina per rumori corporali, scordatevelo. Apple non l’approverà. La prova è in un messaggio inviato a chi sviluppa Fart Watch, la prima applicazione per il nuovo orologio che avrebbe dovuto permettere all’utente di simulare una irresistibile flatulenza, con il quale Apple ha comunicato che non sente il bisogno (un termine appropriato) di un simile esercizio di codice.
Peccato, perchè Apple non ha compreso che in cambio di un semplice funzionamento (Apple Watch doveva operare come un telecomando per far “suonare” l’iPhone in tasca per la riproduzione di suoni di peti creativi) avremo avuto un effetto altamente esilarante. Forse ha inciso il fatto che in passato App Store era stato letteralmente impestato da programmi che simulavano irresistibili attacchi meteorici, al punto da obbligare a far menzione nelle linee guida dello sviluppo e nei consigli dati agli sviluppatori: «We don’t need more fart applications» (non ci servono altre applicazioni per fare peti), scrisse nel 2010 Apple. Successivamente è stato messo nero su bianco il fatto che «applicazioni che sono già nell’app store, potrebbero essere respinte. In particolare se ce ne sono molto come quelle per fare peti, rutti, per trasformare iPhone in un torcia elettrica o che spiegano il Kama Sutra».
Dicevamo che è un vero peccato perchè un’applicazione per simulare una flatulenza l’avremmo vista particolarmente bene su Apple Watch Edition. Avrebbe certamente giovato ai giochi di società dell’upper class e a tutto quel mondo del lusso e della moda cui ammicca costantemente Apple con il suo smartwatch. Ve l’immaginate che spasso simularne una di quelle potenti, mentre sei sdraiato a bordo piscina di un megavillone di Hollywood? I Vip ti guarderebbero estasiati: la superstar con il suo smartwatch in oro da 20mila dollari riesce a scuotere la sdraio senza disturbi olfattivi di sorta. La prova che col soldo ti compri tutto.
