In un mondo che va sempre più verso l’Intelligenza Artificiale è strano vedere un’azienda come Apple scegliere volutamente esseri umani al posto degli algoritmi per la gestione delle notizie disponibili su Apple News.
Quel che spinge Apple in questa apparentemente insolita strada non è un discorso di costi bensì di qualità, che da sempre contraddistingue i prodotti e i servizi di Cupertino. L’AI sarà pure evoluta – e magari un giorno sarà anche in grado di superare l’uomo – ma nello lasciar che sia un team di giornalisti a decidere quel che viene letto da 90 milioni di persone, ci sono sicuramente una serie di vantaggi e svantaggi che vengono sapientemente enunciati dal New York Times in un lungo articolo intitolato Apple’s Radical Approach to News: Humans Over Machines ovvero l’approccio radicale di Apple alle notizie, gli esseri umani oltre le macchine.
«Una mattina di fine agosto la direttrice responsabile di Apple News, Lauren Kern, si è riunita con il suo team per discutere sulle cinque notizie da inserire in prima pagina nell’app» disponibile, lo ricordiamo, da ormai tre anni per gli utenti in USA, Regno Unito e Australia. «Quel giorno molti siti di testate nazionali stavano raccontando l’azione legale avviata dal Dipartimento di Giustizia contro l’Università di Harvard. Era una buona notizia per noi, così abbiamo letto alcune versioni e alla fine abbiamo scelto quella del Washington Post, perché forniva il maggior numero di spiegazioni sul perché quella notizia fosse così importante».
Un approccio – si legge – che potrebbe portare ad accuse di parzialità «La strategia di Apple è rischiosa, sebbene è giusto ricordare che da tempo ci sono persone a curare anche l’App Store. Tuttavia se ci fosse maggiore trasparenza in merito a chi sceglie le notizie per Apple News sarebbe più facile evitare pregiudizi».
Apple invece sarebbe convinta del contrario. Un pregiudizio può essere facilmente inserito nel codice di un algoritmo, ad esempio orientandolo con un tag verso notizie liberali o conservatrici «Al momento gli esseri umani, con tutti i loro pregiudizi, sono gli unici in grado di evitare i pregiudizi». La cosa migliore per offrire un servizio quanto più neutrale possibile sarebbe cioè quella di seguire il flusso di notizie «In maniera ancora più sottile».
Uno degli sforzi della direttrice di Apple News è anche quello di offrire ai lettori le opinioni da entrambe le parti del dibattito politico. Quando Apple a giugno ha presentato una sezione speciale dell’app dedicata alle elezioni USA, ha messo in evidenza Fox News e Vox come partner, notoriamente orientati politicamente agli opposti «Riteniamo che ci siano tante persone che leggono indistintamente l’una o l’altra fazione».
Apple insomma è convinta che la cura umana del servizio sia la chiave per la neutralità e l’affidabilità dello stesso. «Siamo responsabili per ciò che c’è lì dentro» ha dichiarato Roger Rosner, a capo delle applicazioni Apple «Non vogliamo che sia una terra di nessuno».
Questo approccio ha però portato anche Apple News a non pubblicare una notizia bomba di ABC News di dicembre sull’indagine di Robert Mueller riguardo i suoi legami con la Russia durante la campagna elettorale del presidente Trump. La storia sosteneva che l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn era pronto a testimoniare che il signor Trump gli aveva chiesto di contattare i funzionari russi durante la campagna elettorale del 2016. La notizia rimbalzò su Google, Facebook e Twitter, prima che ABC News la rimuovesse dalle proprie pagine.
Riguardo questa notizia la direttrice Kern ha spiegato che lei e il suo team hanno deciso di non inserirla tra le pagine di Apple News perché non si fidavano di quanto veniva detto «Non esiste una formula per far sì che un algoritmo sia in grado di capire una cosa del genere» ha spiegato.
Gestione umana del servizio a parte, quelli che sono meno convinti di Apple News sono proprio gli editori, soprattutto dal punto di vista delle entrate. Slate Magazine, ad esempio, afferma di guadagnare tramite il suo sito web 120 volte rispetto a quel che guadagna con la stessa notizia su Apple News (nell’esempio, 50.000 visite della notizia sul sito equivalgono a 6 milioni di visite della stessa su Apple News). In uno sguardo a lungo termine – spiegano – c’è il rischio che il servizio non possa sostituire completamente i siti web.
«Ciò che Apple dà, Apple può togliere» ha dichiarato Bill Grueskin, professore di giornalismo della Columbia University ed ex redattore del The Journal, di Bloomberg ed altre testate «Non appena i lettori saranno addomesticati a leggere le notizie solo da Apple News, i giornali realizzeranno di essere alla mercé di Apple».