Apple negli Stati Uniti ha dato il via alle nuove politiche di riparazione di iPhone cominciando a sostituire gli schermi dei telefoni invece che offrire un dispositivo ricondizionato al posto di quello con il display rovinato.
Secondo quanto riferisce MacRumors, la nuova modalità di assistenza sarebbe stata avviata da pochissimo e prevederebbe un pagamento di 149 dollari per ciascun intervento. Con questa cifra si avrebbe di ritorno il proprio dispositivo con uno schermo nuovo. In precedenza si dovevano pagare 229 dollari in cambio dei quali si otteneva un dispositivo ricondizionato. Questa modalità permetteva ad Apple di risparmiare tempo e risorse a magazzino, ma aumentava i costi di gestione in particolare, si può immaginare, quando il dispositivo era ancora in garanzia. Ad avvantaggiarsi di essa saranno anche i clienti visto che il prezzo di riparazione è inferiore a quello della sostituzione del dispositivo.
Il passo dalla sostituzione alla riparazione era stato anticipato qualche settimana fa quando erano rimbalzate alcune voci di un meeting a Cupertino durante il quale era stata annunciata la nuova politica. In futuro Apple dovrebbe passare alla riparazione anche di altre componenti come tasti home, bottoni di accensione e per il volume, porte dock, fotocamera e così via.
Al momento non c’è notizia di un avvio anche in Italia della politica di riparazione al posto della sostituzione. Nel nostro paese i costi di riparazione-sostituzione dei dispositivi vanno da 161 euro a 241 euro, costo che include anche i 12 euro della spedizione. L’avvio anche in Italia della riparazione al posto della sostituzione potrebbe essere complicata dall’intrico legale che grava proprio su Apple Care, la cui vendita attualmente è sospesa nei negozi per la nota querelle determinata dalle sanzioni dell’anti trust. Ma in arrivo, lo ricordiamo, ci sarebbero anche novità importanti per quanto riguarda proprio la Apple Care Protection Plan che si trasformerà in un contratto di assistenza con una sorta di canone annuale legato all’utente e non al dispositivo, cosa che potrebbe determinare il ritorno universale di APP anche in Italia