Apple ha siglato accordi per ottenere i brani di alcune tra le più importanti etichette discografiche mondiali, firmando contratti con Universal Music, Sony Music e Warner Music. A riferirlo è Financial Times spiegando che gli accordi di licenza sono stati siglati “negli ultimi mesi” e permetteranno di ascoltare in streaming sul servizio Apple Music i brani di artisti quali Taylor Swift, Lizzo, Adele e altri ancora.
Nei termini non si fa riferimento alla possibilità di offrire in bundle Apple Music con Apple TV+, voce che è circolata nei mesi passati, con indiscrezioni che fanno riferimento alla volontà di raggruppare alcuni servizi in abbonamento. Sommati insieme Apple TV+, News+ e Music costano a un utente 30 dollari al mese ma ancora non emerge una indicazione del possibile prezzo scontato a cui la multinazionale punta per offrire il suo bundle. Questa offerta commerciale di Cupertino è prevista in arrivo nel 2020; secondo alcuni analisti la società dovrebbe proporre un servizio in abbonamento tutto incluso con hardware, servizi e assistenza che alcuni indicano per comodità come Apple Prime.
Apple rivede puntualmente gli accordi con le etichette discografiche per determinare le percentuali di royalties e riottenere il diritto a riprodurre brani in streaming. Quest’anno Cupertino ha preferito siglare un accordo pluriennale, creando difficoltà al competitor Spotify come rileva Financial Times. Spotity è rimasta un anno in trattativa con Universal Music e Warner Music e le etichette discografiche avrebbero preferito prorogare gli accordi esistenti su base mensile per lavorare intanto su nuovi termini di contratto.
A ottobre dello scorso anno Spotfy ha dichiarato di avere 113 milioni di utenti; la scorsa estate l’ultimo rivelamento Apple contava 60 milioni di utenti a pagamento per Apple Music. L’ormai ex startup fondata in Svezia da Daniel Ek, è sempre più leader di mercato e punta a ottenere nuovi abbonati grazie a investimenti sul segmento podcast. Specifiche acquisizioni dovrebbero portare contenuti di proprietà ed esclusivi. Anche Apple, si vocifera, sta lavorando per sviluppare soluzioni più robuste nel segmento podcast.