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Recensione Apple Music Classical, lo streaming per ascoltatori esigenti

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Se avete passione per la musica classica e siete già abbonati a Music di Apple, per voi è appena arrivato Natale, come vedrete in questa recensione di Apple Music Classical di macitynet. Se invece non siete ancora abbonati ad Apple Music, adesso avete la scusa buona per farlo.

Con una “piccola” app (di cui vi abbiamo parlato diffusamente qui), nata dall’acquisizione del gennaio 2018 del catalogo e del servizio di streaming musicale di Primephonic, Apple ha letteralmente fatto il miracolo. È arrivato un quantitativo di musica classica enorme, raffinata, articolata, finalmente cercabile e organizzabile in maniera più che decente: ottima. Abbiamo provato l’app e la stiamo usando praticamente senza riuscire a staccarcene: è una bomba. Ma andiamo con ordine.Recensione Apple Music Classical, lo streaming per ascoltatori esigenti

Cos’è Apple Music Classical

L’app ricreata da Apple partendo dalle fondamenta di Primephonic non è un clone della app acquistata, ma una sua completa riscrittura che ha una nuova interfaccia, coerente, collegata ma anche semplificata e razionalizzata rispetto a quella di Apple Music, a sua volta una semplificazione di quella di iTunes (che era poi stata acquisita nel lontano 2000 quando si chiamava SoundJam MP).

Apple Music Classical è una app pensata specificamente per la musica classica, intesa in senso ampio: il catalogo parte dalla musica medievale passando a quella rinascimentale, barocca, classica, romantica, degli inizio del XX secolo, della fine del XX secolo e infine del XXI secolo.La nostra prova di Apple Classica, lo streaming fatto bene per ascoltatori esigenti

L’app risponde al bisogno degli appassionati (ma anche di chi si avvicini al genere) di esplorare la musica classica con categorie e filtri più ampi e raffinati di quelli utilizzati dalla musica leggera. L’interesse degli ascoltatori è orientato verso un numero di variabili maggiore che i sistemi tradizionali non consentivano di coprire in maniera sufficientemente articolata.

Ecco dunque che si possono organizzare le ricerche anche per generi (orchestrali, da camera, vocale, opere teatrali, strumentale solista, da film, sperimentale), per compositori, per orchestre, per direttore, per solisti, per ensemble e per coristi.La nostra prova di Apple Classica, lo streaming fatto bene per ascoltatori esigenti

È possibile “scavare” nel magazzino di 5 milioni di brani per tipologia di strumenti (inclusi i differenti tipi di voce: soprano, mezzo soprano, controtenore, tenore, basso baritono) oppure esplorare le playlist con alcune indicazioni basate su parole chiave: dai brani essenziali dei singoli compositori ai brani essenziali di singoli artisti, dai generi e dalle epoche agli strumenti ai brani meno conosciuti dei compositori, passando per le altre chiavi incluse le selezioni d’artista. Se si vuole fare ricerca diretta, l’app permette di organizzare tra compositori, artisti, opere, playlist, album e tracce.

La nostra prova di Apple Classica, lo streaming fatto bene per ascoltatori esigenti

La prova della ricerca

Abbiamo detto che l’app consente di “pescare” da un catalogo sconfinato in maniera finalmente soddisfacente. Siamo andati a cercare alcune cose che abbiamo nel cuore per vedere se la potenza di ricerca di Apple Music Classical ci permette di trovarle visto che con Apple Music era praticamente impossibile.

Il primo disco che abbiamo cercato e trovato è stato l’esecuzione della Sinfonia n.7 di Beethoven della Berliner Philarmoniken diretta da Kirill Petrenko. Dopo l’epoca dei grandi conduttori come Furtwangler, Karajan e Abbado (e le edizioni impeccabili con etichetta gialla della Deutsche Grammophon) questa versione è forse meno graffiante e soddisfacente ma Petrenko qui fa un lavoro eccezionale e difficile da dimenticare. Sinfonia trovata subito nell’edizione che volevamo.

Passiamo a Sibelius: Concerto per violino in Re minore opera 47 eseguita dalla Philadelphia Orchestra diretta Eugene Ormandy con solista il grande violinista sovietico David Oistrakh. Anche questa edizione impeccabile, cercata e trovata subito, disponibile in audio lossless come la precedente, è semplicemente commovente e richiede tempo e concentrazione per essere assimilata per la lucidità tagliente dell’esecuzione.La nostra prova di Apple Classica, lo streaming fatto bene per ascoltatori esigenti

Ancora, un grandissimo classico: Claudio Abbado che conduce la Chicago Symphony Orcherstra per questa Concerto per pianoforte n° 1 in la maggiore Sz. 83 BB91 di Bartók che è stato pubblicato in maniera impeccabile da Deutsche Gramophon e rimane una pietra miliare nelle conduzioni di Abbado. Mossi dal ricordo e dalla commozione siamo andati a cercare anche il Concerto brandeburghese n° 5 in re maggiore, BWV1050 di Bach (anche questo pubblicato da Deutsche Gramophone) e siamo rimasti a bocca aperta riascoltandolo dopo tanto tempo. Che temperamento!

Spostandoci più avanti: Alan Berg con Streichquartett op.3 e Lyrische suite, messo in opera dall’Arditti String Quartet. Trovato tutto e subito, un disco che abbiamo fatto molta fatica a trovare nei negozi specializzati e che oggi regala emozioni digitali davvero uniche. Un’esecuzione eccellente. Berg è Schönberg e Mahler suonati contemporaneamente. È il punto d’incontro tra la musica del XX secolo e quella precedente; Mäßige viertel e Presto delirando – tenebroso è il luogo in cui si sente più chiaramente questa matrimonio.

Abbiamo trovato Arabella, Op. 79 di Richard Strauss nell’esecuzione che vede Lisa Della Casa e Karl Böhm, poi la coppia delle sinfonie 1 e 5 di Bruckner dirette da un giovane conduttore, Andrís Nelsons e poi altre ancora, che non vi tediamo. Sostanzialmente abbiamo trovato tutto il piccolo tesoro della musica più cara di cui conserviamo CD o addirittura dischi di vinile, e altre cose che abbiamo cercato e ascoltato in momenti diversi. Non edizioni analoghe, remix o compilation. Abbiamo trovato esattamente l’edizione che volevamo, quando la volevamo e come la volevamo.

Recensione Apple Music Classical, lo streaming per ascoltatori esigenti

La prova dell’ascolto

Abbiamo ascoltato Apple Music Classical da iPhone sia con le cuffie (AirPods Pro che le AirPods 3) e, connesse con il cavo Lightning, direttamente all’entrata AUX di un amplificatore Pioneer a stato solido classe AA degli anni Ottanta con casse ESB a tre vie made in Italy e coeve all’amplificatore, e a un piccolo ma ringhioso amplificatore in classe T italiano Fenice 20 con casse più recenti da scaffale Tesi 240 di Indiana Line, anche questa italiana.

Nelle nostre prove di ascolto è impossibile staccarsi dalla qualità di resa dell’audio in streaming di Apple. La pulizia e nitidezza della scena, la divisione tra le frequenze e la fedeltà nella riproduzione in ambiente aperto che, in buona parte, con gli auricolari Bluetooth è soddisfacente e appare chiaramente che non fa velo ma anzi riproduce fedelmente la sorgente dell’audio, cioè la versione originale delle registrazioni ottenute da Apple. Non abbiamo a nostra disposizione le AirPods Max che sono forse le cuffie più interessanti per usare questa app, quindi non possiamo esprimere un giudizio su come “suonino” con questa app.

Recensione Apple Music Classical, giudizio finale

Questa è una app estremamente azzeccata per due categorie di persone. Per chi ama la classica, è il paradiso (senza cose inutili, tipo funzioni “shuffle” che non avrebbero senso), mentre per le persone che hanno avuto un’esposizione limitata alla musica classica, “The Story of Classical” è un modo per capire meglio cos’è questo genere e perché ha bisogno di una propria applicazione.

Nella nostra esplorazione i metadati sono perfetti e stiamo trovando tesori che credevamo dimenticati da una vita. Per quanto riguarda la resa sonora, siamo di fronte a master di qualità e musica lossless o comunque di qualità CD. Per quanto riguarda infine l’apparato critico, che è semplicemente enorme, abbiamo appena iniziato a cercarlo e siamo veramente stupiti dal lavoro fatto dietro a questa app per processare e digerire quasi duemila anni di musica!

La scelta di realizzare due app separate è stata ottima, perché forzare la parte di classica dentro quella tradizionale avrebbe avuto solo effetti devastanti. Invece, questa app, più semplice ma ricchissima e potente nella capacità di ricerca e piena di informazioni, note biografie e spiegazioni (anche per chi sta scoprendo la classica, ripetiamo) è veramente un piccolo capolavoro. Per una volta ci sentiamo di dare un voto pieno e di fare i nostri complimenti ad Apple per l’ottimo lavoro svolto.

VOTO:

10
(5 stelline su 5)

PRO

  • C’è tutto e si può finalmente trovarlo
  • Ottima interfaccia
  • Suona veramente molto molto bene

CONTRO

  • È disponibile solo la versione iOS: non c’è per macOS, tvOS, watchOS, iPadOS, CarPlay.
  • Una versione per iPad permetterebbe di usare un’uscita fisica USB-C con audio lossless su impianto esterno: Lightning degli iPhone non ha abbastanza banda.

 

 

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