Mancano poco meno di due settimane al lancio di Apple Music, eppure per Apple potrebbero non essere tutte rose e fiori. In base a quanto si legge su Music Business Worldwide infatti, al lancio (lo ricordiamo, inizialmente in 100 paesi Italia inclusa) potrebbero non essere presenti tutti i brani delle etichette indie.
Il problema starebbe nei 90 giorni di prova che, proprio perché gratuiti, non genererebbero alcun guadagno per le etichette discografiche. Se infatti è vero che a partire da ottobre, quando gli utenti cominceranno a pagare, Apple consegnerà il 71,5% dei profitti in royalties ai detentori dei diritti, fino a quel momento il servizio sarà gratis per tutti, case discografiche comprese.
Se questo non sarà un problema per i big del mercato che potranno contare sull’effetto trainante di alcuni artisti, le condizioni delle etichette indie sarebbero ben diverse, portandole proprio a preferire l’ingresso nel nuovo mercato soltanto quando effettivamente quest’ultimo sarà in grado di generare un reale profitto.
Un altro problema che paventano le case discografiche indipendenti, è nel fatto che avendo Apple un periodo gratuito di prova, una significativa parte di chi usa Spotify a pagamento, userà Apple Music. Anche se questi clienti dovessero mantenere l’abbonamento con il concorrente, scenderà il suo utilizzo, quindi saranno danneggiati i profitti che derivano da Spotify.
Tuttavia, come ricorda il Rolling Stone, non è detto che Apple sia effettivamente preoccupata dall’eventuale ingresso ritardato delle etichette indie in quanto, anche con iTunes Store, la società pensò prima a conquistare le major e solo successivamente si unirono anche le case discografiche più piccole. D’altronde Apple, oltre ai guadagni maggiori rispetto a quelli offerti Spotify ed altri concorrenti, garantisce una elevata facilità di utilizzo ed una rapida diffusione fin dal lancio in quanto l’app ed il servizio saranno pre-installati su tutti i dispositivi.