Il “Right to Repair” è il nome con il quale negli USA si fa riferimento alla legge sul Diritto alla Riparazione dei proprietari di auto approvato nel Massachusetts nel novembre 2012; per estensione molti utenti e riparatori indipendenti chiedono il diritto ad aggiustare in proprio smartphone, tablet e altri dispositivi, il diritto a scegliere quale servizio di riparazione usare, avere gli stessi manuali e strumenti diagnostici dei concessionari, sbloccare e permettere il jailbreak del software.
Bloomberg riferisce che Apple, Microsoft, Amazon e Google avrebbero messo il bastone tra le ruote a proposte di legge sul diritto alla riparazione presentate in vari Stati USA, non essendo disposte a fornire a riparatori indipendenti parti di ricambio o schemi dei dispositivi.
27 stati USA hanno preso in considerazione alcune proposte ma più della metà di questi hanno bocciato o respinto leggi specifiche. Lobbisti e gruppi commerciali in nome e per conto di grandi aziende del mondo IT avrebbero combattuto duramente contro legislazioni ad hoc e Apple nello specifico avrebbe sostenuto che leggi di questo tipo potrebbero comportare danni ai dispositivi e pericoli per utenti che, senza conoscenze tecniche, proverebbero a riparare dispositivi senza competenze specifiche.
Nello Stato di Washington, Mia Gregerson – democratica della Camera dei rappresentanti di Washington – ha sostenuto i provvedimenti del Right to Repair, combattuti invece da Microsoft, Google, Amazon e gruppi di pressione in rappresentanza di Apple. La parte del “cattivo”, è toccata alla Casa di Cupertino, ha spiegato Gregerson, evidenziando che la Mela avrebbe sostenuto programmi di riparazione presso locali istituti a patto di bocciare la proposta.
Apple si è opposta a disegni di legge specifici anche in Colorado e Nevada. Justin Millman, riparatore indipendente e titolare di un negozio, ha riferito di difficoltà nell’ottenere display di iPad, componenti di cui hanno spesso bisogno ragazzi che vanno a scuola. L’uomo ritiene che Apple si opponga ai programmi di riparazione per convincere le persone a comprare nuovi dispositivi.
“È per questo che Apple non risponde alle mie mail”, riferisce Millman. “Per loro, è solo una questione economica; non pensano alla persone che sta dall’altra parte dell’iPad”.
Apple in realtà ha attivato l’Independent Repair Provider, recentemente esteso e in disponibile in oltre 200 Paesi, pressoché ovunque siano in vendita i prodotti Apple. Lanciato nel 2019 ed esteso in Europa e in Cina lo scorso anno, il programma permette ai centri di riparazione indipendenti di ogni dimensione di accedere a parti di ricambio originali Apple, strumenti, manuali di riparazione e diagnostica, così che possano offrire riparazioni sicure e affidabili per i prodotti Apple. Esistono più di 1.500 Independent Repair Provider a disposizione dei clienti negli Stati Uniti, in Canada e in Europa.
Tutti i centri di riparazione che aderiscono al programma hanno accesso a training gratuito Apple e alle stesse identiche risorse (parti di ricambio originali, strumenti, manuali di riparazione e diagnostica) utilizzate nei Centri Assistenza Autorizzati Apple (AASP) e negli Apple Store.
Aderire al programma Independent Repair Provider di Apple non comporta alcun costo. L’unico requisito d’accesso è conseguire la certificazione tecnica Apple necessaria per eseguire gli interventi di riparazione. La procedura di certificazione è semplice e gratuita. I centri di riparazione idonei potranno acquistare parti di ricambio originali e strumenti Apple allo stesso prezzo degli AASP, e ricevere gratuitamente training, manuali di riparazione e diagnostica.
Sulle pagine del nostro sito abbiamo parlato del diritto alle riparazioni fai da te in numerosi articoli. Per tutti gli articoli che parlano di Apple si parte da questa pagina. Ricordiamo che non sono mancate anche delle critiche: secondo la Electronic Frontier Foundation questo programma Apple è non solo oneroso ma anche pericoloso per i riparatori indipendenti.