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Apple vuol cambiare Messaggi, ma non ci serve un clone di Whatsapp

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Sono molte le novità attese per macOS, iOS e watchOS alla WWDC19: a partire dal dark mode per tablet e telefoni alle nuove funzioni di tastiera, nuove e migliorate app per la salute e per il tracking di attività personali, fino alle nuove funzioni di Screen Time, e nuove funzioni per Mail e Libri. Tantissime cose, tra le quali spiccano però i rumors relativi a Messaggi.

L’app storica di Apple, che costituisce uno dei capisaldi delle attività sociali degli utenti della mela, è infatti pronta per una fase di rinnovamento. Una fase che potrebbe avere due possibili risultati: bene bene oppure male male. Vediamo perché.

Intanto, bisogna capire cos’è Messaggi di Apple. La funzionalità di messaggistica è divisa, come è noto, in “bolle verdi” e “bolle blu”. Apple ha fatto un piccolo miracolo, partendo da una proposizione molto umile: gli utenti iPhone possono scambiarsi messaggi tramite i nostri server anziché usando la rete sms. Per questo i messaggi dei due tipi sono unificati all’interno della stessa app. Nessun altro, neanche la Blackberry dei tempi d’oro, è mai riuscita a fare una cosa simile. Infatti la rete di messaggi BB era basata su una app diversa e funzionava in parallelo, non assieme agli sms.

L’intuizione di colorare le bolle dei messaggi, in verde e in blu, è stata la base per il successo del servizio, assieme alla decisione strategica di non creare una app per le altre piattaforme. I messaggi di Apple viaggiano solo su macOS e iOS.

Niente Windows, niente Android. Ed è un bene che sia così, perché “il circolo ristretto delle bolle blu” è una delle cose più importanti per la gestione delle relazioni tra utenti Apple, aprendolo a terze parti non sarebbe più una delle “colle” che tengono assieme, legano i servizi Apple e i loro utenti.

Apple, attenta a non rompere il gioiellino: il futuro di Messaggi

Bisogna rinnovare

Di sicuro però Messaggi non è perfetta. A parte i problemi di sincronizzazione e funzionamento con i server, che a volte in passato hanno piatagato il servizio – totalmente risolti da anni – Messaggi ha un punto di forza e una debolezza.

Il punto di forza rispetto a WhatsApp è che permette di avere i messaggi su quanti apparecchi si vuole e unificando una serie di account. In pratica, a differenza di WhatsApp (e anche di Telegram, se è per questo) non solo si può vedere gli stessi messaggi su più Mac, più iPhone e più iPad (casomai uno avesse una abbondanza di device) – e questa è una cosa che WhatsApp storicamente non fa – ma anche vederli tutti assieme da più nomi utenti sia telefonici che legati ad email e identità iCloud – mentre Telegram è limitato a un numero telefonico e a un alias. Il tutto condito in maniera molto semplice e funzionale, cosa che permette di inviare e ricevere ad esempio, i propri sms anche sul Mac o sull’iPad, o inviare messaggi da più account.

La cosa che manca a Messaggi però è l’interfaccia e l’organizzazione delle cose in maniera più simile a come si fa con WhatsApp. Mentre si può passare rapidamente da una chat di messaggi a una di FaceTime Video o Audio (che adesso possono coinvolgere anche gruppi molto grandi di persone), diventa più complicato fare gruppi di chat funzionali, con opzioni e organizzazione più strutturata.

Dal momento che le newsletter e i messaggi di gruppo stanno diventando sempre più importanti in questa fase di distacco e disillusione dai social tradizionali (quello che Zuckerberg dice quando parla del bisogno di riorientarsi verso la “privacy”) la flessibilità e completezza della parte “gruppi” di Messaggi è sentita come una limitazione. Ed è a questo che probabilmente Apple pensa quando arrivano i rumors di cambiamenti nella app. Almeno, speriamo.

Apple, attenta a non rompere il gioiellino: il futuro di Messaggi

Cosa potrebbe andare bene o male

Il rischio infatti è che vadano male alcune cose. Messaggi è un gioco difficile da portare avanti: è un prodotto maturo, che ha bisogno di essere rinnovato, ma alcuni cambiamenti lo possono penalizzare o addirittura suicidare. Quindi occorre fare molta attenzione.

Sicuramente la cosa giusta da fare è cambiare il modo con il quale vengono gestiti i gruppi, aggiungendo delle funzionalità avanzate nella possibilità di condividere documenti, passarsi informazioni, creare conversazioni, mescolando magari persone presenti tramite messaggi blu a persone tramite messaggi verdi (sms), anche se questo creerebbe un problema per gli allegati e i file multimediali oltre alle immagini. Si potrebbero anche aggiungere dei canali, sulla falsariga di quello che si fa su Telegram (qui il canale Telegram di Macity, per avere una idea) o cose simili.

Ma sarebbe sbagliato riorganizzare tutto quanto in un modo differente, più orientato alla chat, e magari portarla anche sulle altre piattaforme o magari sul web. Cambiamenti che potrebbero snaturare le funzionalità di Messaggi e renderla una app che non funziona più in maniera semplice per mandare messaggi blue e verdi (considerando che gli sms sono comunque sempre diffusissimi e molto necessari) oppure “rompendo” l’integrità della soluzione messaggistica dedicata agli utenti Apple e portandola anche sulle piattaforme altrui.

Quel che non ci serve, insomma, è un nuovo Whatsapp che già c’è, prospera ed è difficile da scalzare dalla sua posizione

Apple, attenta a non rompere il gioiellino: il futuro di Messaggi

E gli sms del futuro?

Un’ultima nota: Google, che sulla messaggeria istantanea non è mai riuscita a giocare un ruolo da protagonista nonostante il lancio di Chat, ha comunque sposato un nuovo standard di messaggeria chiamato “Universal Profile for Rich Communication Services”. È chiamato anche l’sms del futuro, perché quando verranno definitivamente spente le reti Gsm sarà l’unico sistema di messaggistica funzionante. Non più una trasmissione dati dedicata ma un servizio tramite il sistema di trasmissione a pacchetti 3G-LTE–5G.

Il problema di Google è che non ha il controllo dell’interfaccia dei telefoni con a bordo Android se non per i suoi Pixel e non può imporre la sua app per la messaggistica. Apple invece ha il controllo verticale completo della sua piattaforma e scegliere lo standard del futuro potrebbe creare spazi per un avvicinamento (compatibilità) con il mondo Android, facendo sostanzialmente un grande regalo a Google per fargli acquistare il controllo della sua piattaforma, ma al tempo stesso portando avanti lo standard. Oppure fare una cosa simile ma incompatibile, ostacolando lo sviluppo dello standard ma mantenendo il vantaggio competitivo su Android.

Come si vede, sono scelte complesse e il rischio è quello di fare dei danni significativi. Tra meno di un mese vedremo cosa vorrà fare Apple.

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