Apple è pronta a rimpatriare il proprio capitale estero per investirlo nell’economia statunitense: secondo il Wall Street Journal è però al momento l’unico colosso hi-tech USA ad aver annunciato i propri piani al riguardo, mentre gli altri big del settore non si sono ancora sbilanciati.
Prendendo come esempio le cinque società tecnologie più grandi degli Stati Uniti, insieme detengono un capitale estero di quasi 500 miliardi di dollari. Nelle presentazione dei risultati per il primo trimestre fiscale, nessuna però a parte Apple ha chiarito le proprie intenzioni. «Quando abbiamo visto che c’era un’opportunità per investire, non abbiamo aspettato che ci fosse una riforma fiscale per farlo» ha dichiarato il CFO di Microsoft Amy Hood, riferendosi all’invito del presidente Donald Trump di riportare i profitti esteri nel paese.
Stessa musica per il direttore finanziario di Alphabet (Google) Ruth Porat, che ha specificato «Non ci sarà nessun cambiamento nell’assegnazione del nostro capitale». Il direttore finanziario Brian Olsavsky di Amazon ha annunciato invece che l’azienda spende già molto per la sua forza lavoro, lasciando intendere perciò che per il momento non c’è l’intenzione di seguire la richiesta del presidente americano.
Per il momento solo Apple si dice pronta per rimpatriare il proprio capitale estero, che ammonta a ben 252 miliardi di dollari. Sebbene Cupertino non abbia ancora specificato come intenderà investirlo, con tutta probabilità la maggior parte del capitale sarà utilizzato per ricomprare azioni e in altre forme di ricompensazione degli azionisti. Certo è che quale che sia l’impiego di tale denaro, Trump ringrazia Apple (e se stesso).