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Quest’anno, in autunno, arriverà un nuovo iPhone. E sarà un nuovo iPhone sotto molti punti di vista, anche se in realtà sarà un vecchio iPhone sotto molti altri.
Il nuovo iPhone, se Apple deciderà di mantenere l’attuale nomenclatura, sarà l’iPhone 7 (anche se qualcuno comincia sospettare che si chiamerà iPhone 6SE). Avrà probabilmente una serie di caratteristiche migliorative (migliore video-fotocamera, migliore processore, migliore audio) o altre che per qualcuno potrebbero non essere tali (niente mini-jack audio) ma non sarà poi così nuovo o rivoluzionario come ci si potrebbe aspettare da una nuova generazione di apparecchi. E questa sarà una cosa buona.
Il passaggio della scorsa generazione (dagli iPhone 5s agli iPhone 6) è stato notevole per via del fattore di forma. Apple ha introdotto due tagli (iPhone 6 e iPhone 6 Plus) con schermi grandi e grandissimi. Ha fatto il botto. È andata talmente bene che quel picco di vendite fatto con gli iPhone grandi non è stato ripetibile con l’uscita dell’iPhone 6s e 6s Plus. Il segno meno sulla crescita (non sugli utili, badate bene) anno su anno della trimestrale di Apple conclusa da poche settimane deriva da quello. Una performance nel 2015 con iPhone 6 irripetibile nel 2016 con iPhone 6s. E cosa succederà adesso con l’arrivo di iPhone 7?
Succederà che Apple lancerà un telefono relativamente innovativo. Niente schermo curvo, niente schermo Oled, niente ricarica wireless, niente tecnologie di materiali o di connessione avveniristiche. È una questione di tempi: semplicemente le nuove tecnologie che Apple potrebbe usare non sono pronte nei volumi e nei tempi giusti. Chi si ricorda i problemi di Samsung ad avere i bordi smussati del suo Edge prima e seconda generazione sa di cosa stiamo parlando. Apple quest’anno ha già giocato la carta del “piccolo è bello” con l’iPhone SE, che pare stia andando veramente molto bene. Chi l’ha provato, come Macity, non può non essere d’accordo. E adesso?
Apple lavora sicuramente anche alla generazione successiva dell’iPhone 7. Che potrebbe non essere un iPhone 7s ma un iPhone 8. Perché le tecnologie che dicevamo prima saranno più mature e perché ci sono alcuni fattori esterni che spingono in questa direzione, a partire dall’anniversario del primo iPhone: dieci anni per l’innovazione che ha preso il mondo in contropiede e dimostrato che la visione di Steve Jobs andava oltre l’iPod, oltre il Macintosh.
Per quell’iPhone Apple potrebbe volere tecnologie nuove, apparecchio nuovo e anche nome nuovo, più rotondo: niente approssimazioni o mezze misure che per una azienda di precisini come Apple sono da evitarsi a tutti i costi. È successo così dopotutto con la rivoluzione dello store di San Francisco, arrivato non a caso qualche settimana dopo il 15mo anniversario della nascita degli Apple Store, la rivoluzione del settore retail più grande dall’invenzione ottocentesca dei grandi magazzini.
Sarebbe assurdo uscire nel primo decennale con un iPhone 7 e mezzo, quindi perché no: apparecchio nuovo, potente, con tecnologie e fattore di forma innovativo tra un anno e un trimestre. E per il prossimo iPhone? Chi scrive è convinto che il prossimo iPhone sarà un ottimo telefono, ma sarà praticamente un iPhone 6s2. Ovvero, per chi apprezza le due generazioni di 6 viste sinora, la terza e ancora migliorata iterazione di un già ottimo prodotto.