[banner]…[/banner]Ieri, verso la fine del Keynote WWDC di Apple ho avuto un dejavu: sembrava di essere tornati al 1996, all’alba della mia esperienza su internet e sui primi siti web fatti a mano e agli esperimenti grafici che includevano gif animate di ogni dimensione con un fantastico effetto cacografico che è la probabile causa dei molti disordini mentali odierni. (provate a vedere questo sito e questo sito per avere un’idea).
Apple finalmente ti aiuta a tornare a quegli epici anni per testimoniare che la comunicazione con Emoji non è più un gioco ma un linguaggio che ha bisogno di un potenziamento espressivo: ingrandimenti e riduzioni, polverine magiche, rimbalzi.. per offrire ancora più significato a quello che non è più un decoro ma l’essenza della della conversazione.
E questo è ancora più interessante visto che, come mi fa notare l’amico Gabriele Muscatello, non è più ingabbiato da una interfaccia scheuomorfica ridondante e in qualche modo opprimente ma da un sistema operativo che dalla versione 7 in poi ha ridotto ia cornice e la caratterizzazione che in fondo in fondo impedivano una libera espressione personale.
Bolle piatte
Ecco allora che a riempire le piatte bolle di testo delle chat, che hanno perso progressivamente la loro tridimensionalità arrivano icone, emoji e adesivi molte volte a trama ripetuta come a creare un motivo che decora lo spazio ed riafferma allo stesso tempo un’idea, ad espressioni travestite da personaggi dei fumetti e dei cartoni, in costumi del passato. Tutto questo dovrebbe essere una espressione della propria capacità artistica, del trasformare (ma qui c’è anche il buon aiuto di Apple) ogni singola parola in una immagine per far esercitare il nostro cervello su nuovi codici di comunicazione.
Certo un programmatore, un ingegnere attempato non sarà in grado di apprezzare queste fantastiche opzioni così come un tempo di fronte ad una pagina multicolorata, multiiconica e con un bel testo lampeggiante (ricordate il famigerato tag <blink> inserito ad ogni piè sospinto dai neofiti dell’html?) non riusciva a trattenere un leggero senso di vomito… ma dobbiamo capirlo: questo è il nuovo modo di comunicare in cui il sovrabbondante è cornice e contenuto, l’effetto è espressione, il decoro è sostanza e se proprio siete “veeecchi” o svogliati c’è l’opzione che traduce automaticamente il vetusto testo in modernissime emojii.
Questa è la risposta a tutti quelli che si lamentavano del rigore di Jony Ive nel voler riprodurre anche nell’interfaccia di iPhone e iPad l’essenzialità dei prodotti hardware Apple come un novello Adolf Loos sostenitore dell’ornamento come orpello. In realtà l’evoluzione di iOS produce un effetto secondario e un rovesciamento: con la versione 10 Apple offre un foglio bianco ma anche gli stencil per realizzare assemblaggi grafici ultrapacchiani o capolavori Art And Crafts della combinazione di icone. Fortunatamente sta a voi decidere se giocare fino all’estremo queste carte o mantenere un freddo stile di comunicazione.
P.S.
Speriamo che Apple, oltre a tradurre il testo in emojii sia in grado di tradurre le emojii in testo: ormai da tempo non riesco a capire nulla di quel che mi scrive mio figlio nei suoi messaggi!