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Apple può trasformare iPhone in un portafoglio hardware per le criptovalute

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Apple ha tutto ciò che serve per trasformare l’iPhone in un portafoglio hardware per le criptovalute sfruttando i meccanismi di autenticazione intriseci integrati nello smartphone come protezione. Tra le tante innovazioni emerse nel corso della WWDC19, conferenza dedicata agli sviluppatori, a una nuova tecnologia della Mela è stata dedicata poco spazio ma questa merita più attenzione per i possibili sviluppi futuri.

La tecnologia in questione si chiama CryptoKit, sarò integrata in iOS 13 e – spiega Computerworld, permette agli sviluppatori di creare facilmente hash (una funzione non invertibile che mappa una stringa di lunghezza arbitraria in una stringa di lunghezza predefinita) destinati alle firme digitali, oltre a gestire chiavi pubbliche e private da usare in abbinamento a tecnologie di crittografia asimmetrica che prevedono la memorizzazione nel Secure Enclave di Apple (l’architettura di sicurezza di serie nell’iPhone che consente, ad esempio, di proteggere i dati relativi al codice e alle impronte digitali). Le chiavi in questione, che rappresentano le criptovalute, possono essere scambiate dagli utenti iPhone come metodo di pagamento mediante un’app.

Apple non ha espressamente parlato di wallet per criptovalute ma potrebbe seguire l’esempio di HTC e Samsung che hanno già studiato meccanismi di storage nativi sui rispetti smartphone di nuova generazione. HTC lo scorso anno ha annunciato l’Exodus 1 e tra le funzionalità offerte c’è la possibilità di gestire un portafogli sicuro per le criptovalute grazie a una piattaforma che isola questi dati dal sistema operativo, in una zona separata dal sistema operativo e (almeno teoricamente) inaccessibile agli attacchi. L’idea di un portafogli sicuro piace anche a Samsung che ha previsto simili meccanismi nello smartphone top di gamma Galaxy 10.

Secondo uno studio di Juniper Research il numero di persone che usa wallet digitali di tutti i tipi è destinato a crescere, passando da 2.3 miliardi di quest’anno a 4 miliardi entro il 2024, in pratica il 50% della popolazione mondiale. Questo, a sua volta, spingerà le transazioni con i wallet di oltre l’80%, per arrivare a oltre 9000 miliardi di dollari l’anno. Lo studio suggerisce che tale incremento sarà trainato da un grande volume di transazioni portate a termine tramite credenziali memorizzate. Si evidenziano inoltre le sfide per i wallet contactless basati su tecnologia NFC come Apple Pay e Samsung Pay, per l’emergere di wallet basati su codici QR, già usati dai commercianti per accedere ai portafoli per le criptovalute per i pagamenti.

David Huseby, esperto di sicurezza di Hyperledger – un progetto che mira a rendere interoperabili varie blockchain – spiega che al momento la tecnologia CryptoKit di Apple non include algoritmi di cifratura quali lo schema di firma digitale “secp256k1”  fondamentale per le transazioni Bitcoin ma a suo dire l’interfaccia di astrazione creata dalla Casa di Cupertino renderà facile in futuro aggiungere nuovi algoritmi, spiegando che è in pratica la stessa strategia usata da Hyperledger Ursa per rendere la loro libreria software crittografica collegabile con altri parser.

Hyperledger Ursa è un grande progetto di blockchain enterprise a livello globale, uno sforzo collaborativo tra aziende della finanza, della tecnologia, della supply chain e dell’industria manifatturiera che sfrutta librerie open-source con l’obiettivo di favore l’adozione di massa di queste tecnologie. Gli sviluppatori possono sfruttare o creare layer di cifratura – con chiavi pubbliche e private – per aumentare la sicurezza delle app. Con modalità simili,  CryptoKit odi Apple ffre agli sviluppatori iOS un nuovo framework per creare hash sicuri per operazioni quali l’autenticazione di un messaggio e la gestione di chiavi crittografiche sicure.

Secondo Viktor Radchenko, fondatore di Trust Wallet, portafogli per criptovalute che supporta le principali blockchain nell’ecosistema di Ethereum (Ethereum, Ethereum Classic e Callisto), con CryptoKit gli utenti sono vicinissimi alla possibilità di sfruttare l’iPhone come wallet hardware. Anche Kyle Ellicott, chief labs officer della società di ricerca ReadWrite Lab, è d’accordo con Radchenko e spiega che il CryptoKit offre agli sviluppatori la possibilità di creare blockchain e app basate su cripto-valute mettendo Apple in una posizione privilegiata dal punto di vista hardware. “Sono in grado di gestire il Cold Storage (“celle frigorifere”, contrapposto ai sistemi online che sono Hot.. caldi, ndr), o crypto wallet più sicuri rispetto a chiunque altro in questo momento nel mondo della telefonia”. Ellicott, parlando ancora delle esistenti funzionalità biometriche di iPhone e iPad, sottolinea: “Guardate di cos’altro hanno parlato alla WWDC:  la carta di pagamento con Goldman Sachs e grandi aggiornamenti per il Wallet di Apple”. Partner commerciali di Apple quali Starbucks, Whole Foods Market e altri ancora hanno annunciato programmi per accettare bitcoin e altre criptovalute come pagamento. Insomma, secondo molti osservatori, si tratta solo di aspettare.

Apple, come sempre, lavora sotto traccia (senza grandi fanfare). Nel 2017, lo ricordiamo, la Mela ha depositato il brevetto per una tecnologia che prevede l’uso di una blockchain; nel lo scorso anno è emeso un diverso brevetto della Mela sempre legato alle blockchain …e se due più due fa quattro…. vuol dire che anche Apple  crede in questa tecnologie e sue reali applicazioni essere rese note nei prossimi mesi.

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