In risposta alla causa antitrust intentata dal Dipartimento di Giustizia USA, DOJ, Apple offre una risposta degna di Steve Jobs e della controcultura hippie pacifista inneggiante all’ amore, Peace and Love dei leggendari anni ’60 USA del secolo scorso: iPhone e App Store non sono e non saranno mai un monopolio perché sia gli utenti che gli sviluppatori scelgono di rimanere perché amano iPhone.
La multinazionale dichiara di non aver mai bloccato le app e i servizi dei concorrenti, né di impiegare tattiche anticoncorrenziali che impediscono agli utenti di uscire dal suo “giardino recintato”. L’azienda ha respinto le accuse del DOJ ai microfoni di Apple Insider, approfondendo la sua precedente risposta secondo cui la causa avrebbe ostacolato la sua capacità di creare dispositivi e software che l’hanno resa una delle aziende più preziose al mondo.
Il braccio antitrust del Dipartimento di Giustizia USA ha accusato Apple di monopolizzare illegalmente il mercato delle app software imponendo limitazioni su iOS che ostacolano la compatibilità di app innovative e servizi di cloud streaming.
Apple ha sostenuto di limitare selettivamente le API a cui gli sviluppatori di app hanno accesso solo per proteggere la privacy e la sicurezza degli utenti. Ha dato la stessa ragione per cui implementa limitazioni per i portafogli digitali di terze parti.
L’azienda ha anche dichiarato di non aver mai bloccato “super app” dalle sue piattaforme, evidenziando che Facebook, WeChat e Line sono disponibili per gli utenti iOS. Ancora, ha evidenziato che i servizi di streaming di giochi sono sempre stati i benvenuti in App Store.
La questione Apple Watch
In risposta all’accusa di essere anticoncorrenziale perché Apple Watch è in grado di integrarsi più profondamente con iPhone rispetto ai dispositivi indossabili concorrenti, l’azienda ha spiegato che offrire un ampio supporto per tutti gli smartwatch significa dover sviluppare prodotti tenendo conto di ogni sistema operativo e modello.
Più importante ancora, Apple ha negato che stia rendendo difficile agli utenti passare a prodotti concorrenti, che si tratti della mancanza di interoperabilità di iMessage con Android o per qualsiasi altro motivo. Gli utenti, spiega Apple, possono facilmente trasferire dati da iPhone a dispositivi Android, suggerendo anche che gli utenti potrebbero scegliere di non passare ai concorrenti semplicemente perché amano i prodotti Apple.
Apple ha in precedenza affermato che, se la causa dovesse vedere la vittoria del Dipartimento, “creerebbe un pericoloso precedente, consentendo al governo di intervenire pesantemente nella progettazione della tecnologia delle persone”.
Apple ha già promesso di “difendersi vigorosamente.” Tuttavia, il Procuratore Generale degli Stati Uniti Merrick Garland ha scritto in un comunicato stampa che “Apple ostacola app, prodotti e servizi che altrimenti renderebbero gli utenti meno dipendenti da iPhone” e che “scoraggia l’innovazione”.
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