Apple ha brevettato «un sistema di rilevamento della qualità delle superfici mediante l’interferometria automiscelante»: in sostanza, un paio di guanti intelligenti per la Realtà Aumentata che potrebbero fare la felicità dei giocatori. C’è infatti chi si aspetta già una grafica «sbalorditiva» dal chiacchieratissimo visore VR di Apple che potrebbe arrivare già entro l’anno, e con un paio di guanti del genere gli utenti potranno percepire l’ambiente circostante come se fosse vero, toccando cioè le umide pareti di un tunnel, il bollente soffitto di una mansarda o percepire l’acqua che scorre tra le dita mentre si nuota all’interno dei nuovi mondi digitali generati dalla macchina, aggiungendo così un livello completamente nuovo di esperienza sensoriale.
La tecnologia utilizzata è quella nota con l’acronimo SMI e potrebbe rendere perfino più compatti dispositivi come la Apple Pencil o rendere possibile lo sviluppo di nuovi, come appunto i guanti o un anello intelligente. Inoltre permetterà a questi dispositivi di consumare molta meno energia e di funzionare ad una velocità maggiore rispetto ai sensori che si basano sulle immagini o con componenti meccaniche che interagiscono con le superfici.
Nell’esempio del guanto – si legge nella documentazione – basterebbe un set di sensori SMI e un sistema capace di elaborare i dati raccolti da questi ultimi per rilevare la qualità della superficie degli oggetti toccati dall’utente mentre naviga in un ambiente AR o VR. Altri utilizzi di questi guanti, in maniera non troppo dissimile da quanto offrono soluzioni come quella di Teslasuit, potrebbero essere l’animazione in ambienti AR e VR e l’interazione con gli oggetti virtuali: ad esempio se l’utente vede un palloncino sullo schermo, potrebbe toccarlo e percepire il contatto come se fosse reale, e magari scoppiarlo per sentirne l’effetto sia sulle mani che nelle orecchie grazie ad un paio di auricolari che renderebbero tutto questo processo ancora più realistico.
Un altro utilizzo potrebbe essere quello di migliorare sensibilmente l’approccio alla scrittura e alla pittura su carta, tela o pareti virtuali: in questo caso – spiegano – ci sarebbe la collaborazione di uno stilo, o una penna elettronica, una matita o un pennello, che potrebbero essere utilizzati per scrivere, disegnare e dipingere su qualsiasi superficie virtualizzata dal visore, simulando la rugosità e l’ondulazione di una superficie durante il tratto.
Come sempre, trattandosi di un brevetto, al momento non si conoscono i tempi di commercializzazione di un prodotto come questo (ne è assicurato che ciò debba avvenire).