Per poter usare le varie funzionalità di Apple Intelligence bisognerà attendere: inizialmente a farne le spese saranno soltanto gli sviluppatori, ma non è escluso che Apple possa centellinarne il lancio anche durante la distribuzione pubblica.
L’ipotesi di tempistiche lunghe e rilascio scaglionato per lingue e nazioni emerge da alcuni indizi scoperti nel codice della prima beta di iOS 18 già nelle mani degli sviluppatori. Le ha notate Aaron Perris, un collaboratore di MacRumors, segnalando varie parti del codice sorgente in cui si leggono frasi come “Iscriviti alla Lista d’attesa di Graymatter” e diciture del tipo “anteprima limitata” sempre in riferimento a questa tecnologia.
Graymatter (materia grigia, in italiano) è il nome in codice con cui Apple indica internamente Apple Intelligence, la sua personale visione della tecnologia di intelligenza artificiale che farà il debutto entro l’anno sugli iPhone 15 Pro, iPhone 15 Pro Max e (quantomeno) sulla linea Pro degli iPhone 16 in arrivo in autunno.
A pezzi per tutti, e a rilento fuori dagli USA
Da qualche altra parte del codice di iOS 18 si legge persino che “Mentre Graymatter è in anteprima limitata potresti riscontrare risposte insolitamente lente quando non ti trovi in una regione supportata”.
Ora, dato che nella prima fase di lancio sarà disponibile soltanto in inglese americano, questo significa che oltre al rilascio col contagocce delle varie funzioni in cui l’AI di Apple è disponibile, per chi utilizza un iPhone impostato in lingua americana ma si trova in Italia o in un altro paese che non siano gli Stati Uniti, è altamente probabile che le risposte degli algoritmi arrivino anche più lentamente del previsto.
Come dicevamo questo rilascio scaglionato al momento interessa soltanto la fase di beta testing di iOS 18, che si protrarrà per tutta l’estate. Al momento riguarda quindi principalmente gli sviluppatori. Ma a partire da luglio, quando Apple renderà disponibile la beta pubblica, interesserà anche tutti gli utenti disposti a sopportare bug e potenziali instabilità del dispositivo installando le versioni preliminari beta dei sistemi operativi Apple per provare in anteprima le novità svelate alla WWDC 2024.
Perché Cupertino vuole mettere il limitatore ad Apple Intelligence
Sebbene non sembrano essere state predisposte liste d’attesa per la fase di rilascio al pubblico, non possiamo tuttavia ancora escluderle completamente. D’altronde ChatGPT (che Apple Intelligence in parte già utilizza) e le altre piattaforme di intelligenza artificiale hanno esperienza da questo punto di vista, avendo vissuto in prima persona periodi di blocchi e rallentamenti causati proprio dalla forte domanda iniziale.
Ad Apple potrebbe comunque già bastare il fatto che la sua Apple Intelligence sarà disponibile soltanto sugli iPhone 15 Pro e iPhone 15 Pro Max, quindi almeno per i primi giorni dalla disponibilità di iOS 18 potrà già prendere le misure della sua AI sottoponendola alle richieste di “diversi milioni” di nuovi telefoni sui quali verrà installato e, nel caso, apportare i ritocchi necessari.
Perché poi poco dopo comunque arrivano anche i nuovi iPhone, dove questa nuova AI sarà ugualmente presente (non sappiamo ancora se su tutti e quattro i modelli o soltanto sulla linea Pro), perciò il numero di utenti giornalieri a quel punto registrerà una seconda impennata.
E anche in quel caso Apple avrà sufficiente margine per valutarne il rendimento in base al nuovo carico che si verrà ad aggiungere. Da lì seguiranno poi nuove lingue e nuove regioni, scaglionati nel corso del 2025, e così un passo alla volta Apple Intelligence allargherà la sua rete senza probabilmente incappare in grossi problemi.
C’è anche da tenere in considerazione che, almeno per il momento, non sono state trovate tracce di liste d’attesa nel codice di iPadOS e macOS, dove pure Apple Intelligence sarà presente (su iPad Pro/Air M1 e successivi, MacBook Pro/Air M1 e successivi, iMac M1 e successivi, Mac mini M1 e successivi, Mac Studio con M1 Max e successivi e Mac Pro M2 Ultra), quindi per il momento ci limitiamo a incentrare il discorso sui telefoni, ma si potrebbe fare lo stesso ragionamento anche col rilascio di nuovi tablet e computer.
Comunque vada è presumibile che se poi si dovesse presentare la necessità di porre un freno, grazie alle liste di attesa già usate durante la fase di beta di iOS, Apple avrà già accumulato sufficiente esperienza per controllare la situazione senza grossi problemi.