Apple dovrà affrontare una strada in forte salita prima di poter ottenere le autorizzazioni per offrire Apple Intelligence in Cina: funzionari di alto livello a Pechino hanno riferito che le aziende straniere che vogliono offrire funzionalità di questo tipo dovranno fronteggiare un procedimento “lungo e complesso” per ottenere l’approvazione, a meno che non collaborino con aziende locali.
A riferirlo è il Financial Times, sottolineando la visita di Tim Cook, arrivato in Cina lunedì 25 novembre, terzo viaggio nel Paese del Dragone dall’inizio dell’anno, con incontri che arrivano in un momento nel quale l’azienda sta valutando la strategia migliore per orientarsi nel complesso quadro normativo locale per offrire Apple Intelligence nei dispositivi venduti in Cina.
Nei mesi passati, sono circolate voci di Apple in contatto con aziende tecnologiche cinesi per “alimentare” funzionalità di Apple Intelligence che nel frattempo stanno gradualmente arrivando negli USA (in Italia se ne parlerà nel 2025).
Oltre a potenziali partner con i quali collaborare, la Mela sta prendendo in considerazione anche l’ipotesi di offrire suoi modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) direttamente in Cina, ma l’Autorità di regolamentazione locale ha già fatto capire che questa possibilità richiede “lunghe e complesse” procedure di approvazione, suggerendo che la soluzione più rapida è quella tramite collaborazioni con aziende cinesi.
Un funzionario di alto livello dell’Amministrazione Cinese per il Cyberspazio (CAC) ha riferito che accordi con partner locali comportano “un processo di approvazione semplice e veloce” per aziende straniere che offrono LLM che hanno già superato i controlli di sicurezza del governo.
Il funzionario cinese in questione ha parlato la scorsa settimana a margine della World Internet Conference che si è svolta a Wuzhen (all’interno del triangolo formato da Hangzhou, Suzhou e Shanghai).
Come è facile immaginare, tutte le aziende che vogliono offrire funzionalità AI in Cina, devono rispettare rigorosi requisiti, inclusi il rispetto dei valori socialisti fondamentali per il Paese, la prevenzione della discriminazione e la salvaguardia della sicurezza dei dati personali. Il governo cinese ha previsto regole specifiche per la moderazione dei contenuti e l’etichettatura del materiale multimediale prodotto.