Apple indagata dal Dipartimento di Giustizia USA circa possibili pratiche anti concorrenziali nel campo della musica digitale. Secondo quanto trapela dalle indagini in corso la multinazionale di Cupertino spingerebbe le etichette discografiche a rifiutare accordi con i servizi gratuiti come Spotify e Youtube. Questa strategia avrebbe come obiettivo quello di fare piazza pulita dei servizi di streaming o comunque freemium di musica, per disporre di un mercato potenziale di utenti più ampio in vista del lancio di un nuovo servizio della Mela, una versione migliorata di Beats Music.
Gli ufficiali del Dipartimento di Giustizia USA avrebbero già interrogato diversi dirigenti top del settore musicale: uno di questi avrebbe dichiarato che “Tutti fino ad arrivare a Tim Cook, sono dei taglia gola” dichiarazione colorita che una delle persone interrogate avrebbe pronunciato contro i dirigenti della Mela, riportata da The Verge. Occorre ricordare che l’indagine avviata dal Dipartimento di Giustizia USA non è l’unica in corso: nei primi giorni di aprile infatti è emerso che una indagine praticamente identica è condotta anche dalla Commissione Europea.
Nel corso delle trattative per il lancio del nuovo servizio di streaming Apple-Beats, che potrebbe essere presentato già a giugno in occasione della conferenza mondiale degli sviluppatori WWDC, i dirigenti della Mela sfrutterebbero il potere e l’influenza di Cupertino in questo settore per spingere le etichette discografiche a non rinnovare più gli accordi con Spotify, YouTube e altre società che offrono agli utenti servizi in streaming gratuiti. Sempre negli scorsi giorni sono emerse ipotesi che vedono Apple rallentare e intralciare altri servizi musicali concorrenti, tra cui Tidal, mentre nel caso di YouTube sembra che i dirigenti di Cupertino abbiano addirittura proposto alle case discografiche di interrompere le licenze con Google offrendo in cambio il pagamento di importi identici di cui si farebbe carico Apple.