Apple e l’FBI discuteranno della querelle che riguarda lo sblocco dell’iPhone dell’autore della strage di San Bernardino. Come noto, Tim Cook ha spiegato di non essere disposto a cedere minimamente sulla questione e nel corso di un’intervista per l’emittente televisiva Abc ha detto: “Alcune cose sono difficili, alcune sono giuste e altre ancora sono difficili e giuste. Questa decisione è una di quelle difficili e giuste”.
Il 1° marzo il Comitato giuridico della Camera dei Rappresentanti riceverà Bruce Sewell, Senior Vice President e General Counsel (consulente legale) di Apple, James Comey (capo dell’Fbi), Cyrus Vance (procuratore distrettuale di New York) e Susan Landau (specialista in crittografia e professore presso il Politecnico di Worcester). Il dibattito verterà ovviamente sulla questione che vede contrapposte Apple e l’FBI ed è interessante notare che a difendere la Mela ci sarà anche Microsoft. La Casa di Redmond è stata inizialmente tiepida nel rilasciare dichiarazioni ma poi Bill Gates ha fatto un po’ di chiarezza e ora Brad Smith, Chief Legal Officer di Redmond, ha annunciato che l’azienda sarà amicus brief di Apple, in altre parole interpellata come terza parte interessata alla questione di principio.
Smith ha evidenziato che il caso ha implicazioni vaste e, come da giorni ripete Cook, la questione non riguarda un solo telefono ma potrebbe avere conseguenze importanti. Di fronte all’audizione del Congresso Smith ha parlato della decisione di Microsoft con un gesto spettacolare; presentando una macchina calcolatrice del 1911 ha detto: “Pensate davvero che la giustizia dovrebbe risolvere problemi di tecnologia del 21° secolo con leggi scritte all’epoca di questa macchina?”.
Oltre a Microsoft, il Wall Street Journal spiega che a supporto di Apple sono pronte a presentare una mozione in tribunale Facebook, Google e Twitter. I CEO di queste aziende nei giorni scorsi si erano già schierati apertamente con Apple.
L’appiglio dell’FBI è l’All Writs Act, legge risalente al 1789 che dovrebbe garantire alle autorità giudiziarie una collaborazione “forzata” dell’azienda coinvolta, o una “ragionevole assistenza tecnica”.
Secondo la Casa di Cupertino la richiesta dell’FBI è incostituzionale, viola il primo e il quinto emendamento alla Costituzione americana e non ha alcuna base legale (in altre parole posso aiutarti con gli strumenti che ho a disposizione, non crearne specifici per ciò che mi chiedi). La battaglia si prospetta lunga: probabilmente la questione non si risolverà in tempi brevi ma finirà davanti alla Corte costituzionale.