Apple in queste ore ha esortato decisamente e pubblicamente il governatore dello stato dell’Arizona Jan Brewer a porre un veto sul disegno di legge sull’obiezione di coscienza, approvato nei giorni scorsi dal Congresso dello Stato. Di fatto, il testo prevede la possibilità, per i titolari di esercizi commerciali, di non accettare di offrire prestazioni e servizi a clienti che in qualche maniera offendono il loro credo religioso. Insomma, una tutela delle profonde convinzioni di ognuno? A prima vista sì, ma in realtà la normativa – comunque la si pensi sulle unioni di fatto o sui matrimoni tra persone dello stesso sesso -, apre la strada a quella che potrebbe essere una vera e propria discriminazione basata sull’orientamento sessuale.
Consentirebbe, ad esempio, ad un albergatore di rifiutarsi di affittare una camera ad una coppia lesbica, o a un ristorante di servire la cena ad una coppia gay. Una legge che in questi giorni ha sollevato un vero e proprio polverone con la protesta non solo dei democratici e delle associazioni per i diritti civili, ma anche di molti repubblicani (come il senatore dell’Arizona John McCain, già candidato alla Casa Bianca) e addirittura di tre membri del senato statale, che, dopo aver votato la legge, hanno fatto marcia indietro chiedendo alla governatrice di non firmarla. Del resto la Brewer è conosciuta per essere una conservatrice di ferro: nel 2010 la sua durissima legge sull’immigrazione aveva suscitato la protesta dello stesso Presidente degli Stati Uniti Obama e, negli ultimi anni, sono diversi gli interventi per sgretolare la legislazione introdotta dal suo predecessore Janet Napolitano (chiamata poi a Washington da Obama) che prevedeva riconoscimenti per le coppie di fatto omosessuali.
E’ in questo scenario che è intervenuta anche Apple. Secondo quanto riporta la Nbc, la portavoce di Cupertino avrebbe contattato la governatrice Brewer nella giornata di lunedì chiedendo con decisione di porre il veto sul disegno di legge. Un intervento che non è una semplice “moral suasion”, ma che ha un peso ben maggiore, se si pensa che l’azienda – la prima per capitalizzazione al mondo – sta per aprire proprio in Arizona (a Mesa) uno stabilimento con oltre 700 addetti, per la produzione del suo nuovo vetro Zaffiro, che sarà utilizzato nelle prossime generazioni di dispositivi con la Mela.
Insomma, una vera e propria azione di lobbyng: una parola che se alle latitudini del Bel Paese suona male, negli Stati Uniti avviene (per la maggior parte dei casi) alla luce del sole e non solo quando in ballo ci sono immediati interessi economici. In questo caso, infatti, in gioco ci sono i valori aziendali di Cupertino, che del pensiero libero e differente ha fatto la propria bandiera sin dallo spot del “Grande Fratello” del 1984 per il lancio del primo Mac e dalla coniazione dello slogan “Think Different”. Solo l’anno scorso si era complimentata per l’approvazione dei matrimoni gay in California. Ma la Brewer è un osso duro: alla stampa si è limitata a dichiarare «Farò la cosa giusta». Ha tempo fino a venerdì per decidere. Vedremo come andrà a finire.