Forse non dovrebbe più tornare alla guida di Apple. Forse dovrebbe restare a casa, a guidare l’azienda da lontano, solo per le cose importanti. E lasciare che una generazione di manager, Phil Schiller e Jony Ive in testa, prendano le redini. Forse Steve Jobs dovrebbe pensarci.
Perché la carica e l’energia dell’uomo sono talmente forti e devastanti per il mercato e il mondo intero (pensate a quante invenzioni, quanti prodotti, quanta innovazione in meno di quindici anni, per questa straordinaria cavalcata alla guida di Apple) che varrebbe la pena cominciare a economizzarle. Alle 19 italiane di oggi, sul palco dello Yerba Buena center for the Arts, una sorta di piccolo cinema fatto ad anfiteatro nel cuore pulsante del centro di San Francisco, la capitale morale della Silicon Valley, si consumerà uno degli eventi più per VIP della tecnologia di sempre.
Cosa vuol dire quel che verrà presentato? Sicuramente che Apple ha ben chiaro come dovrà essere la seconda generazione di iPad, quella che dovrebbe sancire il sorpasso definitivo rispetto alla prima generazione emergente di tablet della concorrenza. Il mercato non sarà più solo di Apple, ma gli altri ne hanno di verdura da mangiare se vogliono avvicinarsi al campione del mercato.
Ma vorrà anche dire che Apple ci darà indicazioni sulla direzione verso la quale l’azienda vuole dirigersi. O almeno, così verranno letti gli interventi dal palco dei manager che hanno seguito Steve Jobs in questi anni. Un gruppo di protagonisti dell’informatica che non hanno eguali, persone che hanno accettato di essere seconde solo perché il primo non era raggiungibile da nessuno, né dentro né fuori. Ecco, la Apple che si schiererà domani sul palco, i piccoli indizi che filtreranno dalle mosse e dalle frasi pronunciate da chi sostituirà Jobs, saranno la chiave di lettura del futuro per i prossimi anni dell’azienda.
Ci vorrà attenzione e pazienza, ma si vedranno e capiranno molte cose, al di là dei semplici prodotti che verranno lanciati. E che non saranno poca cosa, almeno a giudicare dai rumors e dalle speculazioni del giorno prima.