La Commissione europea minaccia di multare Apple con una mega multa ma Apple si accontenta. A fronte di una sentenza che potrebbe costare una multa del 10% del suo fatturato a margine del notorio caso che la vede opposta a Spotify, in una nota si dice infatti parzialmente soddisfatta.
Nella comunicazione delle contestazioni a Apple, la Commissione ha fatto sapere che è stato annullato il riferimento al sistema di pagamento in-app e anche se è rimasto quello relativo alla clausola “anti-steering”, unaq portavoce di Apple ha fatto sapere che l’azienda “apprezza” il fatto che la Commissione abbia ristretto il caso.
“Apple continuerà a lavorare con la Commissione Europea per comprendere e rispondere alle loro istanze, promuovendo nel contempo concorrenza e scelta per i consumatori europei. Siamo lieti che la Commissione abbia ristretto il caso e non contesti più a Apple il diritto a riscuotere la commissione per beni digitali e richieda l’uso del sistema di pagamento in-app del quale l’utente si fida. L’App Store ha contribuito a rendere Spotify il principale servizio di musica in streaming in tutta Europa e speriamo che la Commissione europea metta fine al perseguimento di una rimostranza che non ha fondamento”.
Nei fatti in effetti Apple ha avuto ragione sulle rimostranze originarie avanzate da Spotify che nel 2019 bollava come anticompetitiva la richiesta del 30% di commissione. Ora l’UE afferma che questa accusa non può essere accolta.
In realtà il succo della vicenda sta nella sentenza con la quale la commissione dichiara violati i principi di concorrenza. In base a questo potrebbe arrivare una sentenza con la quale Apple potrebbe essere costretta a pagare 37 miliardi di euro.
In una dichiarazione, Spotify aveva accolto con favore l’annuncio della Commissione europea, osservando che le autorità di regolamentazione stanno “inviando un chiaro messaggio ad Apple, invitandola a giocare e competere in modo equo e lasciare che la concorrenza faccia il suo corso”
Tutto potrebbe sarà comunque superato con l’imminente entrata in vigore del Digital Markets Act (Legge sui mercati digitali) e la questione, almeno quella normativa, dovrebbe passare in secondo piano visto che Apple non potrà imporre più il suo sistema di pagamento in-app e sarà obbligata, tra le altre cose, a consentire l’installazione di app da store alternativi.