Apple ha eliminato l’app Parler dell’App Store, affermando che l’app in questione (una sorta di Twitter dove ognuno può pubblicare qualsiasi contenuto senza alcun controllo o censura), non ha “adottato misure adeguate ad affrontare la proliferazione di minacce alla sicurezza delle persone”. Apple ha spiegato ancora che “non c’è posto sulla nostra piattaforma per minacce di violenza e attività illegali”, riferendo ancora che l’app non verrà riammessa sino a quando questi problemi non saranno risolti.
In una dichiarazione ottenuta da Macrumors, Apple spiega: “Abbiamo sempre supportato diversi punti di vista che possono essere rappresentati sull’App Store, ma non c’è spazio sulla nostra piattaforma per minacce di violenza e attività illegali. Parler non ha adottato misure adeguate ad affrontare la proliferazione di queste minacce alla sicurezza delle persone. Abbiamo sospeso Parler dall’App Store fino a quando non risolveranno questi problemi”.
Apple ha prima inviato una lettera agli sviluppatori di Parler, riferendo di avere ricevuto numerose lamentele su contenuti discutibili visibili nell’app, e accusa che l’app Parler era usata per “pianificare, coordinare, e facilitare le attività illegali che si sono verificate a Washington D.C. il 6 gennaio 2021”, riferendo agli scontri che hanno portato all’assalto del Campidoglio degli Stati Uniti e a morti, feriti e atti di vandalismo.
Apple aveva fornito 24 ore di tempo a Parler per aggiornare l’app e predisporre meccanismi di moderazione dei contenuti, minacciando altrimenti il ban dall’App Store. Anche Google ha deciso di ritirare l’app a causa della presenza di messaggi “che incitano a violenza”, chiedendo a tutti gli sviluppatori delle app disponibili su Google Play Store di implementare una politica di “moderazione robusta per contenuti estremi” se queste ospitano e trasmettono messaggi degli utenti. “Alla luce di questa minaccia continua e immediata alla sicurezza pubblica, sospendiamo la disponibilità dell’app sul negozio online di Google” fino a quando la stessa Parler non risolverà questi problemi.
Anche Amazon Web Services (AWS), come spieghiamo altrove, ha sospeso l’account Parler; l’azienda che fornisce servizi di cloud computing su un’omonima piattaforma on demand e in una mail ottenuta da BuzzFeed News aveva riferito che la piattaforma Parler “pone un rischio molto reale per la sicurezza pubblica”, in violazione dei suoi termini di servizio. La sospensione dell’account AWS significa che se Parler non troverà una diversa piattaforma di hosting, rimarrà giocoforza offline.
Parler è una piattaforma amata dai supporter di Trump e dall’estrema destra americana. La piattaforma si vanta di essere “senza censura”, indica termini di servizio vaghi e contraddittori, ma in generale la politica di Parler è di non rimuovere né segnalare messaggi che diffondono bufale, lasciando piuttosto al malcapitato di turno di smentire anche le più assurde teorie. Per quanto riguarda i messaggi d’odio, il fondatore John Matze ha detto in precedenza che non possono essere vietati giacché, a suo dire, «non possono essere definiti».