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Apple rigetta la causa antitrust del dipartimento Giustizia USA, non abbiamo un monopolio

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Apple ha presentato una richiesta di proscioglimento contro la causa intentata dal dipartimento di Giustizia statunitense che accusa l’azienda di avere un monopolio sul mercato dei telefoni con presunti danni per i consumatori.

Nella mozione per rigettare il caso, Apple afferma che il dipartimento di Giustizia non ha dimostrato una condotta anticoncorrenziale, effetti anticoncorrenziali che danneggiano i consumatori o che Apple agisca in regime di monopolio nel mercato smartphone statunitense. Il governo USA deve dimostrare queste affermazioni per portare a termine causa antitrust.

Per quanto concerne le accuse di comportamento anticoncorrenziale, il Dipartimento di Giustizia USA fa riferimento alla possibilità di accedere a determinati servizi e funzionalità offerte da Apple; la Casa di Cupertino evidenzia che già in precedenza la Corte Suprema ha stabilito che l’azienda può stabilire termini e condizioni nelle interazioni con terze parti. A detta di Apple, il Dipartimento di Giustizia vorrebbe obbligarla a investire per sviluppare strumenti destinati ai concorrenti, scelta che – a suo dire – potrebbe comportare effetti “agghiaccianti” sull’innovazione.

Tra le richieste del Dipartimento di Giustizia USA, la disponibilità di iMessage su Android. La Casa di Cupertino spiega: “iMessage è proprietà di Apple, un servizio di messaggistica innovativo che Apple ha creato per differenziare in modo competitivo l’iPhone. Secondo il punto di vista del Governo, aziende come Apple dovrebbero essere responsabili di violazioni antitrust per non avere dedicato risorse, costi e tempi a sviluppare versioni proprietarie di prodotti e servizi destinati ai dispositivi di competitor”.

Apple ritiene ancora che il Dipartimento di Giustizia non ha spiegato in che modo avrebbe limitato consumatori con app e servizi come quelli per lo streaming, la gestione di wallet digitali, app di messaggistica e funzionalità di Apple Watch (tra le contestazioni del Dipartimento di Giustizia, l‘impossibilità di gestire Apple Watch da sistemi diversi da iPhone).

“Non è plausibile affermare, come fa il Governo, che Apple scoraggi gli utenti dal passare a dispositivi Google o Samsung”, spiega la Mela, facendo riferimento a contestazioni che riguardano policy su sue app e servizi.

Apple ribadisce di non operare in regime di monopolio, e che si trova ad affrontare un mercato aperto, scontrando con aziende quali Google e Samsung. Il confronto con quanto accaduto negli anni passati con Microsoft (riferimento al caso antitrust tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000) secondo Apple non ha senso, con Microsoft che all’epoca aveva il 95% del mercato.

Apple lascia intendere che il tentativo di causa messa in piedi dal Dipartimento di Giustizia, potrebbe comportare “un’autorità senza precedenti” e portare al controllo di scelte progettuali, tratti molto distintivi di iPhone rispetto ai concorrenti, obbligando a modifiche strutturali in termini di design di prodotti e policy sin qui seguite.

La Casa di Cupertino aveva già in precedenza riferito di ritenere l’azione legale “sbagliata”, affermando che se la causa avrà successo metterà «in pericolo la nostra capacità di creare la tecnologia che la gente si attende da Apple». Secondo Cupertino, la causa potrebbe rappresentare un «precedente pericoloso concedendo al governo il potere di esercitare un ruolo pesante nella progettazione della tecnologia per le persone».

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