La chiusura del caso che opponeva Apple a Qualcomm non è stata solo amara, ma anche molto costosa, almeno secondo stime di alcuni analisti di UBS: 9$ per ogni iPhone, per un totale di 6 miliardi di dollari.
Apple ha deciso di versare una cifra tanto alta, si legge nella nota di UBS – riportata da Appleinsider – per avere realizzato di non essere in grado di produrre un suo chip-modem entro il 2020. Tenendo conto di un ciclo di sviluppo nella migliore delle ipotesi di 18 mesi, questo ha messo Apple in una posizione difficile, consigliando l’azienda ad accettare l’accordo di composizione. In pratica la Mela è stata costretta a mettere mano al portafogli per salvare il futuro di iPhone.
Qualcomm non ha indicato quanto guadagnerà, limitandosi ad anticipare che il patteggiamento aggiungerà 2 dollari agli utili per azione “con l’aumento delle consegne” (senza però indicare l’arco temporale in cui un tale effetto si realizzerà). I 6 dollari per azione sono un “esisto vantaggioso” per Qualcomm, superiore ai 5$ ipotizzati in precedenza.
L’utile per unità non include l’ammortamento alla scadenza («bullet payment») per le royalty a posteriori dovute da Apple, che UBS valuta tra i 5 e i 6 miliardi di dollari. Il dissotterramento dell’ascia di guerra tra Qualcomm e Apple e l’abbandono da parte di Intel del settore chip-modem 5G, sono elementi che hanno fatto bene a Qualcomm. UBS ha confermato il rating “neutrale” sul titolo e ha rivisto al rialzo il prezzo obiettivo a 12 mesi, da 55$ a 80$, superiore ai 79$ del valore di mercato delle azioni Qualcomm al momento in cui scriviamo.