Citando alcune statistiche sulle spese per le attività di lobbying tracciate dal sito OpenSecrets.org, Bloomberg spiega che Apple ha incrementato la sua azione negli ambienti amministrativi di Washington, città dove hanno sede le principali istituzioni governative degli Stati Uniti. Il nuovo servizio per i pagamenti mobili Apple Pay e il trattamento dei dati biometrici con Apple Watch, si aggiungono a una lista di prodotti e servizi che spaziano dalle telecomunicazioni al cloud computing, e che richiedono il supporto delle istituzioni governative.
Apple ha nel solo terzo trimestre dello scorso anno speso oltre un milione di dollari per spese in attività di lobbying, portando complessivamente a 2.9 milioni di dollari i costi per questa voce a fine settembre. Le spese per queste attività dovrebbero essere alla fine dell’anno fiscale superiori a 3.5 milioni di dollari del 2013.
La Casa della Mela a marzo dello scorso anno ha assunto Amber Cottle, esperta nel settore e persona che ha molta familiarità con gli ambienti amministrativi che contano. Come abbiamo già spiegato altre volte, assumere un esperto, capace di introdursi negli ambienti politici che contano per sostenere i propri interessi, è una pratica molto comune negli USA (e non solo); si tratta di avere un punto di riferimento, un intermediario che, toccando le leve del potere, promuove o evita che siano danneggiate determinate strategie aziendali. La professione del lobbista in molte istituzioni è prevista, disciplinata, normata e generalmente permette di esercitare in trasparenza la propria influenza sul potere politico.
Apple in passato non ha avuto, al contrario di altri concorrenti (es. Microsoft) una grande attenzione in quest’ambito, ma da qualche tempo sta aumentando la sua attività a Washington DC. Specifiche attività sono lo scorso anno state indirizzate per curare i propri interessi relativamente ad aspetti quali la gestione dei dati sulla salute, la guida sicura (per CarPlay), gli e-book, la privacy. Attività di lobbying si sono occupate in particolare di problematiche relative alla pubblicazione di e-book, la sicurezza online, riforme in materie di copyright e brevetti, e l’ordinamento dei dispositivi mobile per l’acquisizione di dati con applicazioni per la salute (Apple Watch e HealthKit), imposte sul reddito delle imprese.
Rispetto ad altre società hi-tech Apple ha speso finora anche poco. Fino al terzo trimestre dello scorso anno fiscale, Microsoft e Google hanno speso in attività di lobbying rispettivamente 6 milioni di dollari e 13.7 milioni di dollari. La voce di spesa esatta concernente quest’attività da parte di Apple verrà rivelata il 27 gennaio, quando saranno resi noti ufficialmente gli ultimi risultati fiscali.