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Apple ha comunicato ai fornitori di voler ridurre la dipendenza dalla Cina

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Apple sta lavorando per diminuire la dipendenza dalla Cina e a partner della catena di fornitura sarebbe stato già indicato che l’azienda guarda a India e Vietnam.

A riferirlo è il Wall Street Journal, spiegando che finora l’accelerazione non c’è stata perché sulla bilancia i vantaggi erano troppi e i rischi significativi ma ora, complice il COVID che ha cambiato tutto, Apple vuole il trasferimento della realizzazione dei suoi prodotti fuori dal Paese del Dragone.

Il Wall Street Journal riferisce di “piani accelerati” per migrare alcune produzioni in altre nazioni; alcuni fornitori sarebbero stati già informati di provvedere a “pianificare attivamente” la produzione in altre zone dell’Asia, in particolare India e Vietnam.

A quanto pare dalle indicazioni ai fornitori si evince anche la volontà di ridurre la dipendenza anche da Foxconn, la multinazionale che è da sempre il più importante partner di Apple. A contribuire all’accelerazione di Apple che mira per lo meno a ridurre la sia dipendenza da Pechino, quanto accaduto recentemente nelle fabbriche cinesi, con operai colpiti dal Covid costretti a rimanere isolati, mangiare e dormire in fabbrica, per non compromettere il lavoro, con conseguenti proteste che hanno portato al blocco della produzione (a novembre la capacità produttiva di Foxconn è scesa del 20% e nell’ultimo trimestre sono stati prodotti 10 milioni di iPhone in meno rispetto a quelli richiesti).

Foxconn

A spingere Apple fuori dalla Cina, qualcosa che non può fare ovviamente dall’oggi al domani, non sono solo i problemi produttivi ma anche le tensioni geopolitiche fra Usa, Cina e Taiwan, che complicano ancora di più le prospettive ed evidenziano la necessità di prepararsi a tutto, con piani alternativi.

Tra le aziende alle quali guarda la Mela ci sono Luxshare e Wingtech; in India potrebbe arrivare a produrre tra il 40 e il 45% degli iPhone, e in Vietnam accessori quali AirPods, e altri prodotti ancora, compresi Apple Watch e MacBook. La transizione è partita e Cook dovrà usare tutte le sue doti diplomatiche per non rovinare i rapporti con una nazione nella quale gli iPhone hanno conquistato da tempo il mercato.

Della necessità e delle difficoltà di Apple nel ridurre la dipendenza dalla Cina si parla da tempo e Bloomberg a ottobre aveva indicato in 8 anni il tempo necessario per spostare altrove un misero 10% dell’intera produzione.

Pochi giorni addietro il CEO di Apple non ha voluto rispondere a una reporter di Fox News che chiedeva perché in Cina è stata limita la condivisione dei file attraverso AirDrop.

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